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Risultati della ricerca nelle immagini - "to" |

00-Libration-250px-Lunar_libration_with_phase2.gifThe "Lunation": such as a full "Lunar Cycle"58 visitenessun commentoMareKromium
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00-VictoriafromMRO.jpgVictoria Crater, from MRO (natural colors)191 visiteQuesto (spettacolare) frame lo potete trovare, in "Approximate True Colors", anche sui Siti NASA dedicati alle Missioni Mars Reconnaissance Orbiter, Opportunity e sul NASA Planetary Photojournal.
Noi, dopo aver valutato le immagini a colori della Regione di Meridiani (sia ottenute dal suolo, sia orbitali), abbiamo concluso che questo frame è stato elaborato non solo in falsi colori, ma "a tavolino", usando un Programma tipo "Paint" o "Photoshop".
Ciò premesso, abbiamo prima decolorizzato il frame NASA Originale e quindi lo abbiamo raffinato e ricolorizzato usando un nostro modestissimo software.
Risultato (che potrete verificare Voi stessi avendo solo un pizzico di pazienza e quindi ponendo a confronto il frame "NASA Originale" con questo): la densità cromatica del frame elaborato da noi è finalmente omogenea (con colori credibili e congrui rispetto ai colori visibili "dal suolo") ed il frame, qualora sottoposto a stretching, non si sgrana (come invece accade al frame NASA Originale).
Attenzione: noi non stiamo dicendo che "siamo più bravi" della NASA! Stiamo solo dicendo che la NASA, per motivi che preferiamo non commentare, "pasticcia" il suo stesso lavoro.
Pensateci sopra...MareKromium
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000-OPP-SOL1095-MF-LXT.jpgVictoria's Capes - Sol 1095 (Hi-Def3-D - credits and Copyright: Dr M. Faccin and Lunar Explorer Italia)98 visiteUna "Nuova Visione" di Marte, Made by Lunexit: si tratta di frames processati tridimensionalmente, ma adottando una tecnica ed un processing totalmente innovativi.
Confrontate queste "Visioni di Marte" con i 3D "Standard" NASA e...Vedrete la differenza, e CHE differenza!
Questa tecnica di elaborazione delle immagini (sviluppata da Marco Faccin e Gianluigi Barca, sotto Copyright Lunar Explorer Italia) è il primo passo verso la creazione di frames tridimensionali a colori (non più il "solito" blu/verde e rosso) e ad altissima definizione. Frames che permetteranno a chiunque li guardi (ed anche a persone che hanno problemi di vista) di mettere - letteralmente - gli occhi ed il naso "all'interno del paesaggio ripreso".
Ed ora (e per il momento), indossate gli "occhialini" e...in un istante Vi ritroverete DENTRO e AD UN PASSO dal margine e dai Promontori di Victoria Crater!
MareKromium
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001-Schiaparelli_e_osservazioni.jpgPlanet Mars, according to Schiaparelli53 visiteNei disegni del Grande Schiaparelli si nasconde, forse, un "Mistero" che nessuno si è mai preso la briga di investigare a fondo.
Quale? In realtà ce ne sarebbero parecchi, ma noi ne vorremmo evidenziare uno su tutti: la nitidezza e l'estremo livello di dettaglio delle mappe disegnate dall'Astronomo e quanto lui poteva - umanamente ed effettivamente - vedere usando lo strumento che aveva a disposizione.
In altre parole: c'è TROPPO dettaglio e TROPPA precisione nei disegni di Schiaparelli rispetto a quanto egli potrebbe avere effettivamente osservato.
Ed a nulla valgano le obiezioni secondo cui il Grande Astronomo "approfittò al meglio" sia della vicinanza (che è sempre relativa) del Pianeta Rosso alla Terra nella Grande Opposizione del 1877, e sia delle notevoli doti naturali proprie del suo strumento e dei suoi occhi.
La verità è che neppure il Telescopio Spaziale Hubble riesce a vedere Marte con il dettaglio evidenziato dai disegni di Schiaparelli.
E allora?
E allora, delle due l'una: o Schiaparelli colmò le (evidenti e naturali) lacune insite nelle sue osservazioni con un pizzico di fantasia, oppure egli vide (anche se il "come abbia fatto" non ci è dato saperlo) il Pianeta Rosso come nessuno mai ha potuto e può.
Tertium non datur.
da "Wikipedia":"...Molto popolari presso il grande pubblico furono le osservazioni al telescopio del pianeta Marte compendiate da Schiaparelli in tre pubblicazioni: "Il pianeta Marte" (1893), "La vita sul pianeta Marte" (1895) e "Il pianeta Marte" del 1909. Durante la grande opposizione del 1877, Schiaparelli osservò sulla superficie del pianeta una fitta rete di strutture lineari che chiamò "canali". I canali di Marte divennero ben presto famosi, dando origine a una ridda di ipotesi, polemiche, speculazioni e folklore sulle possibilità che il pianeta rosso potesse ospitare forme di vita senzienti.
L'autore scriveva:
«Piuttosto che veri canali della forma a noi più familiare, dobbiamo immaginarci depressioni del suolo non molto profonde, estese in direzione rettilinea per migliaia di chilometri, sopra larghezza di 100, 200 chilometri od anche più. Io ho già fatto notare altra volta, che, mancando sopra Marte le piogge, questi canali probabilmente costituiscono il meccanismo principale con cui l'acqua (e con essa la vita organica) può diffondersi sulla superficie asciutta del pianeta»
(Giovanni Schiaparelli, La vita sul pianeta Marte, estratto dal fascicolo N.° 11 - Anno IV° della rivista Natura ed Arte, maggio 1895, cap. I)
La maggior parte delle speculazioni sull'esistenza di una civiltà aliena su Marte fu favorita da un'errata traduzione in inglese del lavoro di Schiaparelli. La parola «canali» fu, infatti, tradotta con il termine «canals» invece del più corretto «channels». Mentre la prima parola indica una costruzione artificiale, il secondo termine definisce una conformazione del terreno che può essere anche di origine naturale.
L'astronomo statunitense Percival Lowell fu uno dei più ferventi sostenitori della natura artificiale dei canali marziani e condusse una dettagliata serie di osservazioni (compendiata nelle pubblicazioni: "Mars", 1895; "Mars and Its Canals", 1906; "Mars As the Abode of Life", 1908) a sostegno dell'ipotesi che i canali fossero delle imponenti opere di ingegneria idraulica progettate dai marziani per meglio gestire le scarse risorse idriche del pianeta.
Tra gli scienziati che contestarono l'esistenza dei canali, vi furono l'astronomo italiano Vincenzo Cerulli (tra i primi ad avanzare l'ipotesi che le strutture di Schiaparelli fossero illusioni ottiche come successivamente dimostrato), l'astronomo inglese Edward Walter Maunder (che condusse degli esperimenti visivi al fine di dimostrare la natura illusoria dei canali) e il naturalista inglese Alfred Russel Wallace che, nel libro "Is Mars Habitable?" (1907) criticò aspramente le tesi di Lowell affermando che la temperatura e la pressione atmosferica del pianeta erano troppo basse perché potesse esistere acqua in forma liquida, e che tutte le analisi spettroscopiche effettuate fino a quel momento avevano escluso la presenza di vapore acqueo nell'atmosfera marziana.MareKromium
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04-C_Mars03_Mountains.jpgMars Mountains79 visiteContrary to some reports, the phototelevision cameras on Mars-3 were functional after the dust storm subsided, in December. At least four photographic surveys have been reported (December 12 and 14, February 28 and March 12). Images were returned by pulse-code modulation over the decimeter-band telemetry channel, after the centimeter-band pulse-position modulation system failed.
The decimeter transmitter suffered from intermittant failures and was used very cautiously. Only after important science data was gathered, a small number of images at LR were transmitted (using a 256-line mode). The color image of Mars (picture n. 1) is a composite from the 52 mm camera, using its program of cycling red, green and blue glass filters.
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112-OPP-SOL1019-1P218649755EFF7700P2435L2M1~0.jpgAbsolute Victoria - Sol 1019 (Absolute Natural Colors; credits: Dr Paolo C. Fienga - Lunexit Team)54 visitenessun commentoMareKromium
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1_-_Milky_Way.jpgThe Milky Way "Band"103 visite"...When they saw that the Star had stopped, they were overwhelmed with joy..."
- Matthew, 2:10MareKromium
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30-Doradus and Tarantula Region.jpg30-Doradus, R-136 Star Cluster and the "Tarantula Region"103 visite"...Per alcuni, la Cultura si fa sottovoce, con la semplicità e la condivisione critica delle informazioni.
Per altri si fa strillando, con rabbia, e cercando di imporre agli altri una visione acritica delle informazioni.
Molti pensano che la Cultura, comunque, si possa - o si debba - fare solo attraverso le azioni e le dimostrazioni "pratiche".
Io credo che la Verità sia nel concetto di Cultura che ognuno di noi possiede e ritiene di trasmettere. Io, ad esempio, penso che la Cultura possa farsi solo usando la Parola..."
P.C. Floegers - "Scritti di Cronaca e Sociale"
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36-Shackleton_Crater-AMI_EAE3_001775_00002_00020.jpgSchakleton Crater in natural colors56 visiteThe Advanced Moon Imaging Experiment Camera (AMIE) obtained this image on 13 January 2006 - close to the time of Lunar Southern Summer - from a distance of about 646 Km over the surface and with a ground resolution of 60 mt per pixel.
Shackleton crater lies at the Lunar South Pole (89,54° S. Lat. and 0° East Lng.) and has a diameter of approx. 19 Km.
SMART-1 monitored this area almost every orbit. This will allow to produce very high resolution maps of the area as well as illumination maps. The long shadows that surround the crater make it very hard to observe. The analysis of the data obtained allowed a very detailed map of its rim, surrounding ejectas and craters.
SMART-1 also made long repeated exposures to see inside the shadowed areas. The purpose was detecting the very weak reflected light from the crater rims, and therefore study the surface reflection properties (albedo) and its spectral variations (mineralogical composition). These properties could reveal patchy ice surface layers inside the crater.
On the 2-kilometre wide inner edge of the crater ridge, at times barely visible from Earth, astronomers using ground radio-telescopes have recently reported they were not able to detect a distinctive signature of thick deposits of ice in the area. Earlier measurements by NASA's Lunar Prospector reported of hydrogen enhancement over large shadowed areas.
"We still do not know if this hydrogen is due to enhanced trapping of solar wind, or to the water ice brought on the Moon by the bombardment of comets and asteroids," says Bernard Foing, ESA's SMART-1 Project Scientist. "These bodies may have deposited on the Moon patchy layers of ice filling about 1.5 percent of the areas in permanent shadow, down to one metre below the surface."
"We need to analyse all remote sensing data sets consistently. Future lander and rover missions to the Moon will help in the search and characterisation of lunar polar ice, both on the surface and below the subsurface," Foing continues. "In any case, one day we may even be able to simply combine the implanted hydrogen and the oxygen extracted from lunar rocks to produce clean water, like we do in laboratory experiments on Earth.”
The crater is named after Ernest Shackleton (1874-1922), an explorer famous for his Antartic expeditions.
MareKromium
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A - Pluto and Charon - HST.jpgPluto and Charon from the Hubble Space Telescope128 visiteAggiornamento del 19 Agosto 2006: il Sistema "Plutone-Caronte", sino a ieri considerato un sistema equiparabile a quello Terra-Luna (in cui Plutone, al pari della Terra, è il Corpo Maggiore e Caronte, invece ed al pari della Luna, quello minore e dunque SOLO Satellite del primo), in accordo ad una decisione dell'International Astronomical Union (IAO) è stato ora rubricato come "Doppio Pianeta".
Caption IAU originale:"Both Pluto and Charon each are large enough (massive enough) to be spherical. Both bodies independently satisfy the definition of “planet”. The reason they are called a “double planet” is that their common centre of gravity is a point that is located in free space outside the surface of Pluto. Because both conditions are met: each body is “planet-like” and each body orbits around a point in free space that is not inside one of them, the system qualifies to be called a “Double Planet”.
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AAA-NeptuneandTriton-CJH.gifNeptune and Triton in natural colors - from Voyager 255 visiteNon si possono fare commenti ad immagini suggestive come questa: Vi lasciamo con la Vostra Fantasia ed Immaginazione, per provare a sentire che cosa questa "corsa infinita" del Voyager 2 Vi suggerisce...
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APOLLO 12 AS 12-46-6756 HR-2.jpgAS 12-46-6756 (HD) - The "unlucky" TV-Camera179 visiteUn intero frame ad AD dedicato alla 'cinepresa' che fece i capricci e, di fatto, impedì al Mondo di vedere quello che gli Astronauti appena usciti dal LM "Intrepid" stavano vedendo e facendo sulla Luna, durante questa semi-sconosciuta Missione Apollo 12.
Una Missione di cui non si conoscono molti dettagli ma che (pare) abbia segnato in maniera piuttosto netta e pesante la vita di uno dei tre Astronauti: Alan Bean.
Sarebbe interessante se, un giorno, fosse lo stesso Alan Bean a raccontare che cosa intendesse quando raccontò, al rientro sulla Terra (e per spiegare il violento esaurimento nervoso che lo afflisse a lungo), di "...visioni distorte della Luna..." che, a quanto parve, apparivano nei suoi sogni.
Una dichiarazione autentica e, se ci pensiamo bene, che riesce a mettere i brividi addosso...
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