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Risultati della ricerca nelle immagini - "Horizon" |
000-SOL611-2P180578086EFFAEM9P2738L1M1.jpgMartian Horizon, at different times of the day (1) - the original frame, from Sol 611161 visiteQualche parola per spiegare il senso del "Real Mars in Real Colors": come sapete, non c'è Studioso o Appassionato della Materia che non abbia detto la sua, su questa (solo in apparenza oziosa) querelle, nata - come quasi tutte le querelles in questo campo - da un comportamento anomalo della NASA la quale, dopo il Mars Landing della Sonda Viking Lander 1 (20 Luglio '76), ebbe la curiosa idea di rilasciare al Pubblico svariate immagini Marziane le quali però erano "troppo terrestri" per poter essere accolte con misura e tranquillità.
Il Marte visto dal Viking Lander 1, infatti, ci mostrava un cielo di color celeste chiaro verso l'orizzonte e che andava via-via scurendosi (sino a diventare quasi nero allo Zenith) a mano a mano che si alzava lo sguardo (un effetto, questo, causato dalla tenuità dell'atmosfera Marziana).
Il suolo appariva color marroncino-rossiccio, con chiazzature di altri colori.
"E questo sarebbe il Pianeta Rosso?!?", tuonò l'Opinione Pubblica, "che ne è stato del Pianeta Rosso? Ridateci il Pianeta Rosso!!!".
Detto e fatto: nel volgere di soltanto 36 ore, le immagini Viking "in colori naturali" (oggi quasi introvabili) che ci mostravano il "vero" Marte (ossìa quello che, con buona approssimazione, vedremmo con i nostri occhi se fossimo lassù), sparirono dalla circolazione e vennero soppiantate da quelle che conoscete: il suolo è diventato rosso vivo ed arancione (a volte) o giallastro e verde (altre volte); il cielo, invece, va dal giallo (o "butter-scotch", a volte) all'arancio (altre volte) e sino al verdastro scuro (altre volte ancora). Ma non mancano - va detto per onestà di cronaca - immagini in cui il cielo di Marte appare rosa, o blu scuro, o - semplicemente - grigio.
In questo (assurdamente caotico) scenario, come ovvio, ogni Scienziato ed ogni Ricercatore si è sentito in diritto/dovere di dire la propria e, come ovvio, di mostrare la propria visione di Marte al Mondo.
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001-SOL611-A~0.jpgMartian Horizon, at different times of the day (2)146 visiteQual'è il "vero volto" di Marte, quindi? Quello che ci mostra la NASA, con tutti i suoi sbalzi cromatici schizofrenici ed inspiegabili, o quello che la maggior parte dei Ricercatori Moderati ci propongono, e che vuole il Pianeta Rosso assai poco rosso e più orientato verso le tinte fredde per quanto attiene il cielo (e diciamo che si va dal celeste pallido al blu intenso), mentre la superficie viene ritenuta - a seconda della Regione considerata - di colorazione in prevalenza marroncina, con variazioni gialle ed arancioni nelle aree più polverose e con tendenze al grigio ed azzurro nelle zone prossime ai Poli?
Ebbene, la nostra idea è che non si può optare per una delle due teorie "così, a simpatia", poichè, con ogni probabilità, sono entrambe (in parte) sbagliate. Per arrivare ad una (almeno sommaria) definizione del problema, a nostro avviso occorre operare una serie di assunzioni e quindi regolarsi di conseguenza. L'atmosfera di Marte, ad esempio, è certamente sottile e rarefatta, ma non tanto quanto la NASA ci dice e tenta di dimostrare. Essa potrebbe essere abbastanza densa da provocare una (certo non eclatante) diffusione della luce del Sole e quindi produrre un Rayleigh-effect in tono minore. Ed a proposito del Sole, non dimentichiamo che esso, dalla superficie di Marte, ci apparirebbe di poco più di 1/3 più piccolo (in termini di diametro apparente) rispetto a come lo vediamo dalla Terra.
La distanza media Sole-Marte la conoscete (è di circa 230 MKM): come non ipotizzare, nella costruzione del nostro "colore vero" di Marte, l'esistenza di una luminosità dell'aria largamente inferiore a quella che esiste sulla Terra?
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002-SOL611-B.jpgMartian Horizon, at different times of the day (3)158 visiteE che dire poi della famigerata Opacità Atmosferica (O.A.)?
Quanto può influire questa O.A. NON SOLO sulla diffusione della luce solare in arrivo - in primis - ma anche in termini di abbattimento della stessa (e quindi di abbattimento della luminosità media dell'ambiente Marziano superficiale)?
In altre parole: se l'atmosfera di Marte è realmente ricca di polveri (ferrose?) sottilissime in sospensione, come ignorare il fatto che esse non solo esercitano un effetto "filtro" sulla luce solare (simile a quello che accade sulla Terra nelle giornate di nebbia intensa, ma posizionata ad alcune decine di metri dal suolo), ma anche la riducono sensibilmente? E non è tutto: noi sappiamo, infatti, che l'O.A. non è costante (essa è funzione di svariate variabili, fra cui evidenziamo la presenza ed intensità di venti) e quindi, a logica, dobbiamo anche supporre che questi effetti cambino sia la loro misura, sia la loro incidenza sull'ambiente nell'arco del giorno marziano.
Inutile dire che potremmo andare avanti elencando altre "n" variabili da tenere in considerazione, ma non è questa la sede.
Qui, in questa Nuova Sezione di Lunar Explorer Italia, noi vogliamo solo ricordare e ricordarVi che le due posizioni maggiori esistenti su questo spinoso argomento, poggiano entrambe su presupposti non diciamo errati ma...incompleti.
Noi riteniamo che le caratteristiche cromatiche di Marte, per come lo vedrebbe un occhio umano, condividono entrambe le "nature estreme" che, su questo tema, si stanno fronteggiando da decenni. Marte, forse, non è il Pianeta Rosso dell'Immaginario Collettivo, ma resta un dato di fatto (e basta prendere un telescopio ed osservarlo per rendersene conto): esso è, in larga prevalenza, color arancio vivo. Come ignorare questo dato (visibile a TUTTI ed in TEMPO REALE!) nella ricostruzione dei colori "veri" dell'ambiente Marziano?
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003-SOL611-C.jpgMartian Horizon, at different times of the day (4)119 visiteEd un altro dato (realmente) inconfutabile è che Marte è - mediamente - 3 volte più lontano dal Sole rispetto alla Terra: come ignorare questo elemento allorchè si cerca di stabilire il "quantum" di luce che lo investe durante ogni Sol e che rende il suo ambiente, diremmo quasi ovviamente, di (almeno) due terzi meno luminoso dell'ambiente terrestre?
L'atmosfera Marziana, poi, è (come si diceva) sicuramente NON tanto sottile quanto la NASA sponsorizza ma, altrettanto sicuramente, ci troviamo in un ambiente ad atmosfera rarefatta: come si può pensare che la diffusione dei raggi solari porti a risultati analoghi - o largamente affini - allorchè essa, sulla Terra, agisce attraverso un'atmosfera ricca e densa mentre su Marte la "densità atmosferica" è, indubitabilmente, di gran lunga inferiore? Fisicamente, siamo d'accordo, la meccanica della diffusione è analoga; ma in termini di "risultato visivo finale", come si fa a dire con certezza che il Rayleigh Scattering - il quale sulla Terra produce un cielo azzurro -, su Marte produce (anzi: produrrebbe) lo stesso identico effetto? Se il punto nodale del Rayleigh Scattering è nel fatto che la lunghezza d'onda che noi percepiamo come "luce blu" viene diffusa a causa della nostra atmosfera, e se appare acquisito che l'atmosfera di Marte è, a partire dalla composizione, passando dallo spessore e per giungere infine alla densità, radicalmente diversa, su che basi allora diciamo CON CERTEZZA che l'effetto finale (ergo il risultato VISIVO finale) deve essere lo stesso?
Facciamo uno sforzo e diciamo...Forse!
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004-SOL611-D.jpgMartian Horizon, at different times of the day (5)127 visiteTutto ciò premesso, noi abbiamo inventato un piccolo programma il quale, date "x" premesse (ora, temperatura, vento, O.A., stagione, posizione orbitale di Marte rispetto al Sole etc.) ed "y" variabili, partendo da un frame in b/n, ci porta a "colorarlo".
Ma attenzione: non si tratta di una colorazione casuale! Si tratta di colori che, ragionevolmente ed IN ACCORDO alle nostre premesse e variabili, dovrebbero caratterizzare l'ambiente Marziano a diverse ore del giorno.
Cambiando le premesse e/od alterando le variabili (o modificando sia "x" e sia "y"), i risultati, come vedrete, cambieranno di conseguenza (e spesso radicalmente).
Ma allora, penserete, i colori che si vedono in questi paesaggi, che colori sono? Sono forse colori "veri", o "falsi", o "approssimativamente veri" o "approssimativamente falsi"? Beh, questo - ovviamente - non lo sa ancora nessun uomo, ma noi, come potrete constatare, ci siamo divertiti a creare un Modello che, forse, non sarà corretto al 100%, ma che (se non altro) è razionale e costruito su premesse logiche.
Buon divertimento!!!...
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005-SOL611-E.jpgMartian Horizon, at different times of the day (6)120 visiteAllora, che ne dite? Vi piace il "crescendo solare" di Marte...according to Lunar Explorer Italia?...
Fateci sapere...
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006-SOL611-F.jpgMartian Horizon, at different times of the day (7)119 visitenessun commento
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007-SOL611-G.jpgMartian Horizon, at different times of the day (8)126 visitenessun commento
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008-SOL611-H.jpgMartian Horizon, at different times of the day (9)120 visitenessun commento
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009-SOL611-I.jpgMartian Horizon, at different times of the day (10)121 visitenessun commento
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043-OPP-SOL710-1N191206495EDN64KSP1585L0M1-A.jpgMartian "Late Morning"69 visitenessun commento
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085-Marshorizon_opportunity_big.jpgOk, it's official: NASA is "copying" our Work...110 visiteCari Amici, scusateci "l'arroganza" ma, guardate Voi stessi, a noi pare che questa visione di Marte - inclusiva dei commenti - non abbia nulla di diverso da alcune delle nostre più recenti elaborazioni sui “real colors of Mars” proposte in questa Sezione.
La NASA ci legge e ci copia, dunque?
Leggerci, diremmo proprio di si (la NASA, direttamente od indirettamente, legge tutto quello che il Web propone in materia di Spazio e quindi legge ANCHE Lun-Ex-It); copiarci, probabilmente no.
Diciamo che la NASA (e coloro che operano attorno ad essa) "si ispira", spesso, al Lavoro fatto dai Liberi e Privati Ricercatori di tutto il Mondo e poi, agendo da buon "ente ciclope", spaccia per farina del proprio sacco anche la farina "rubacchiata" (sorry: volevamo dire "presa a prestito - ma un prestito deciso unilateralmente, definitivo e non restituibile...) altrove.
Quest'opera, presentata nella rubrica "NASA - Picture of the Day" del 17 Ottobre 2006, non è altro che una versione (leggerissimamente) migliorata del nostro processo di colorizzazione delle immagini.
Ed il “dramma” lo sapete qual è? E’ che non sappiamo se essere fieri di noi stessi e del nostro lavoro oppure se renderci conto che è giunto il momento di “chiudere la baracca” e continuare a lavorare a “luci (completamente) spente”. La “fama”, a quel punto, non arriverà di certo, ma almeno i “ladri” non ci entreranno in casa con così grande facilità e sfacciataggine…
EccoVi il testo originale:"If you could stand on Mars -- what might you see? Like the robotic Opportunity rover rolling across the red planet, you might well see vast plains of red sand, an orange tinted sky, and wispy light clouds. The Opportunity rover captured just such a vista after arriving at Victoria Crater earlier this month, albeit in a completely different direction from the large crater. Unlike other Martian vistas, few rocks are visible in this exaggerated color image mosaic. The distant red horizon is so flat and featureless that it appears similar to the horizon toward a calm blue ocean on Earth. Clouds on Mars can be composed of either carbon dioxide ice or water ice, and can move quickly, like clouds move on Earth. The red dust in the Martian air can change the sky color above Mars from the blue that occurs above Earth toward the red, with the exact color depending on the density and particle size of the floating dust particles".
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