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The Readers Show and Tell...
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE009.jpgThe "True Colors" of Mars (9)411 visiteOra, visto che quello che gli archivi NASA ed ESA ci offrono in materia di immagini a colori lascia – diciamo così – “perplessi”, la domanda che noi ci/Vi poniamo è questa: è possibile che i tecnici NASA e/o ESA abbiano tarato “male” le telecamere della Sonda Pathfinder, oppure quelle di Spirit ed Opportunity o magari quelle di Mars Express?!? Insomma, sono state forse inviate su Marte delle sonde daltoniche?
Dobbiamo ritenere che queste persone così qualificate starebbero letteralmente "tirando a indovinare" allorché si parla dei colori di Marte, fornendoci quindi delle interpretazioni arbitrarie su quello che – a questo punto “secondo loro” – sarebbe l'aspetto di Marte"?
Se così fosse la soluzione più razionale (e limitativa di errori e malintesi) sarebbe quella di rilasciare soltanto immagini in bianco e nero. E, guarda caso, gli archivi NASA, JPL, MSSS sono stracolmi di frames in bianco e nero...
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE010.jpgThe "True Colors" of Mars (10)358 visiteRiassumendo: non hanno tarato le telecamere o le hanno tarate male? Non hanno idea di quello che è l’aspetto – cromaticamente parlando – di Marte?
Forse intendono liquidare il problema rilasciando “al Pubblico” solo dei frames in b/w? Può essere, però noi non ci crediamo! Ed i conti non tornano....
Nella letteratura scientifica relativa alla divulgazione marziana, forse qualcuno ricorderà che, fino alla metà circa degli anni ‘90, Marte era effettivamente descritto come un mondo rosso, dal suolo rosso e dal cielo rosso.
Dopo la missione Pathfinder Marte divenne un pò meno rosso al suolo ed un po’ più rosa/celeste in cielo. E arriviamo finalmente al 2000 ed ai nostri giorni, allorchè le sonde Mars Global Surveyor, Mars Express, Mars Odissey, Spirit e Opportunity ci hanno letteralmente mandato un vero diluvio di frames marziani.
Ma lasciamo stare per ora i dettagli della superficie di Marte in generale e concentriamoci sui colori del paesaggio ripreso dalle diverse Sonde.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE011.jpgThe "True Colors" of Mars (11)309 visiteForse,avranno pensato in tanti, dato che ora disponiamo di tecnologie sofisticate ed evolute, il problema dei "true colors" verrà risolto e così, finalmente, conosceremo la Verità…Macchè, non è cambiato proprio nulla! Basta consultare l'archivio on line di NASA, JPL e MSSS per ammirare, con comprensibile amarezza, che lo scenario non è cambiato ed è fatto di innumerevoli e patetiche – spesso –,immagini in bianco e nero. Credeteci, e lo diciamo con dispiacere, tutto questo materiale non dice niente di davvero interessante anzi: alimenta dubbi ed incertezze (e se quello che vediamo e che dovrebbe rappresentare Marte fosse stato costruito ad Hollywood?!?
E che dire delle immagini a colori? Stessa minestra. Ancora una volta troviamo immagini confuse ed incoerenti dove ora il cielo è rosa, poi rosso, poi arancione, marrone, giallastro e azzurro (?!?); il suolo è talvolta a "tinta-unica" ed altre volte è “variegato”. E la situazione non migliora né con i foto-mosaici, né con le immagini ottenute in “almost true colors”.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE013.jpgThe "True Colors" of Mars (12)363 visiteE allora? Che cosa significa tutto questo? Forse che tutto ciò che riguarda Marte è fasullo? No, noi riteniamo di no.
Alcuni frames crediamo che siano effettivamente in "almost true colors". Ed è grazie a questi frames che abbiamo potuto tentare un delicato trattamento digitale allo scopo di rimuovere il famigerato "filtro rosso" (di fondo) e quindi offrire agli Appassionati una visione di come dovrebbe essere in realtà il paesaggio inquadrato nei tanti frames.
Ma vogliamo appellarci ancora una volta al cinema fantascientifico. Chi ha avuto modo di vedere "Mission to Mars" avrà certo notato il cambiamento nel modo di interpretare l'aspetto di Marte! Il paesaggio ora è molto più luminoso, più "terrestre" e il cielo…è come il nostro, sebbene visto attraverso un filtro rosso/arancione! Ma veniamo ad un altro punto critico: ricordate, verso la fine del film, la tempesta di vento che trascina con forza gli astronauti? Era un’interpretazione autentica circa la effettiva portata delle tempeste su Marte? Tenete presente che la National Aeronautics and Space Administration (NASA) è stata consulente per quel film ma…qualcosa non quadra!
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE014.jpgThe "True Colors" of Mars (13)309 visiteNon quadra poiché, se l'atmosfera marziana fosse davvero così sottile e tenue come ci è stato insegnato a credere, il vento – per forte che possa essere – non riuscirebbe neppure a far “ballare” un pallone abbandonato al suolo.
Figuriamoci un astronauta!...
E allora ci domandiamo – finzione cinematografica a parte – che tipo di “consulenza” la NASA abbia fornito… Insomma: sarà davvero così tenue l'atmosfera di questo pianeta? Avete ben osservato le immagini dove si vede il cielo diurno? Avete notato come è chiaro, brillante e, verso l'alto, non è abbastanza scuro da consentire la visione delle stelle di giorno? Avete notato anche la foschia che ammanta tutto il paesaggio Marziano? E sarebbero queste le condizioni di un mondo a pressione media di 7 millibar?
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE015.jpgThe "True Colors" of Mars (14)304 visiteDobbiamo ammettere che qualche dubbio ci sorge: sia sulla qualità della “Consulenza” NASA fornita per il film (ma chi hanno usato?), sia sulla sostanza delle informazioni “Scientifiche” Ufficiali diffuse al Pubblico.
Ed ecco quindi le prime (inevitabili) conclusioni.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE016.jpgThe "True Colors" of Mars (15)274 visiteI “colori ufficiali” di Marte riflettono due scenari: ignoranza (della serie: non so, ma tiro ad indovinare…), oppure deliberata manipolazione.
Se qualcuno riesce ad offrire una spiegazione migliore, ben venga. D’altro canto tutti possono commettere degli errori di valutazione,sìano essi Esperti e Professionisti o semplici “Amateurs”.
Resta il fatto che Marte sembra essere diventato una sorta di “prototipo planetario” dell’attuale tendenza di stereotipizzare tutto.
E si: il nostro mondo è diventato un mondo dove ogni cosa deve esattamente adattarsi ai modelli sociali consolidati e basati sul controllo totale delle informazioni...
E questa sarebbe “Scienza”?...Ai posteri l’ardua sentenza!
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE026.jpgThe "True Colors" of Mars (16)304 visiteBene: questa è la prima "interpretation" che proponiamo. Come avrete potuto notare si tratta di un interessante lavoro svolto da un eccellente Appassionato il quale, per sommi capi, riprende ed interpreta (appunto) alcune tematiche già affrontate dal Prof. Hoagland e da Lunar Explorer. Quello che avete letto rappresenta il "modo" - acuto, poichè fa un netto e preciso riferimento al mondo della cinematografia di fantascienza la quale, in un certo senso, talvolta "anticipa" e talvolta "segue" ma, di fatto e di regola, "sempre affianca" lo status scientifico contemporaneo. Pensate ad esempio a "2001: A Space Odyssey" ed allo stesso "2010: Odyssey Two": nel primo la pellicola era influenzata dal Programma Apollo; nel secondo, i fondali del Sistema di Giove vennero ottenuti dai frames Voyager!
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE027.jpgThe "True Colors" of Mars (17)268 visiteEd ora, per chiudere, un articolo sui "possibili cieli azzurri di Marte" che ci è stato segnalato da Matteo Fagone e che, di fatto, supporta e chiude la sua interessante prolusione...
Perchè il cielo è blu ?
Annibale D'Ercole
Osservatorio Astronomico - Bologna
Non c’è dubbio che sia stato proprio il bel colore blu ad ispirare Manzoni nella descrizione, nei Promessi Sposi, di “… quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello, così splendido, così in pace”. Ad un fisico, tuttavia, il cielo pone riflessioni più prosaiche: perché il cielo è blu? E perché il Sole, al tramonto, appare rosso?
Com’è noto, la luce visibile di color bianco proveniente dal Sole è composta dalla sovrapposizione di onde elettromagnetiche di diverse lunghezza d’onda che variano dai 380 nm [1 nanometro (nm) = 1 milionesimo di millimetro] della radiazione che percepiamo come violetta, fino ai 720 nm della radiazione che ci appare rossa, passando per il blu, verde, giallo, arancio.
Una volta raggiunta la Terra, un raggio solare interagisce con l’atmosfera. Quest’ultima è composta per il 78% da azoto e per il 21 % da ossigeno. Sono anche presenti argon, acqua (in forma di vapore, goccioline e cristalli di ghiaccio) e particelle solide (polveri, ceneri dai vulcani e sale dal mare).
Gli effetti dell’interazione tra luce ed atmosfera dipendono dalla lunghezza d’onda della radiazione e dalle dimensioni degli oggetti su cui questa incide.
Le particelle di polvere e le goccioline d’acqua sono molto più grandi della lunghezza d’onda della luce visibile: in questo caso la luce viene riflessa in tutte le direzioni allo stesso modo, indipendentemente dalla propria lunghezza d’onda.
Le molecole di gas hanno dimensioni inferiori e la luce si comporta diversamente a seconda della sua lunghezza d’onda. La luce rossa ha una lunghezza d’onda maggiore e tende a “scavalcare” le particelle più piccole senza “vederle”; questa luce, dunque, interagisce molto debolmente con l’atmosfera e prosegue la sua propagazione rettilinea lungo la direzione iniziale. Al contrario, la luce blu ha una lunghezza d’onda inferiore e si “accorge” della presenza delle molecole da cui è infatti riflessa in tutte le direzioni (fu Einstein a dimostrare nel 1911, contrariamente a quanto si credeva in principio, che erano proprio le molecole, e non le polveri in sospensione, la causa della diffusione).
Questa diffusione differenziale dipendente dalla lunghezza d’onda è chiamata, in inglese, Rayleigh scattering (da Lord John Rayleigh, il fisico inglese che per primo la descrisse nella seconda metà dell’Ottocento).
Più precisamente, la quantità di luce diffusa è inversamente proporzionale alla quarta potenza della lunghezza d’onda. Ne consegue che la luce blu è diffusa più di quella rossa di un fattore (700/400)4 ~ 10.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE028.jpgThe "True Colors" of Mars (18)365 visiteProprio nel Rayleigh scattering risiede la risposta alle domande che ci siamo posti all’inizio.
Nell’attraversare l’atmosfera, la maggior parte della radiazione di maggior lunghezza d’onda prosegue la sua traiettoria rettilinea. La luce rossa, arancione e gialla viene influenzata solo in minima parte dalla presenza dell’aria. Al contrario, la luce blu è diffusa in tutte le direzioni. In qualunque direzione si osservi, parte di questa luce giunge ai nostri occhi. Il cielo, pertanto, appare blu.
Vicino all’orizzonte il cielo è di un azzurro più chiaro perché la luce, per raggiungerci da questa direzione, deve attraversare più aria e viene diffusa maggiormente; pertanto siamo raggiunti da una minor quantità di luce blu.
Le nuvole e la nebbia ci appaiono bianche perché consistono di particelle più grandi delle lunghezze d’onda della radiazione visibile, e diffondono tutti i colori allo stesso modo. Tuttavia, in particolari condizioni, è possibile che in aria si trovino in sospensione particelle più piccole.
Alcune montagne sono famose per le loro foschie blu (ad es. a Les Vosges in Francia). In questo caso gli aerosol di terpene rilasciati dalla vegetazione reagiscono con l’ozono dell’atmosfera formando particelle di circa 200 nm adatte a diffondere la luce blu.
A volte, l’incendio di una foresta o un’eruzione vulcanica possono riempire l’atmosfera con particelle delle dimensioni di 500-800 nm. Queste particelle sono pertanto in grado di diffondere la luce rossa, provocando un effetto opposto a quello usuale. In questo caso è la luce rossa ad essere diffusa via dal raggio incidente e questo provoca, in alcuni casi, una colorazione blu della Luna. Questo è un effetto che accade assai di rado e nella lingua inglese è preso ad esempio di evento raro (once in a blue moon, una volta ogni luna blu; l’analogo del nostro “una volta ogni morte di papa”).
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE029.jpgThe "True Colors" of Mars (19)325 visiteSe fossimo sulla Luna, a causa dell’assenza di atmosfera (e della diffusione ad essa connessa), il cielo apparirebbe nero e il Sole sarebbe bianco. Sulla Terra, invece, in conseguenza del Rayleigh scattering, parte della componente blu è rimossa dai raggi diretti del Sole che pertanto ci appare giallo. Questo effetto è amplificato al tramonto, quando il Sole è vicino all’orizzonte. I raggi solari diretti attraversano uno strato maggiore di atmosfera e vengono maggiormente impoveriti della componente blu. Il Sole, dunque, diventa sempre più rosso man mano che il tramonto procede.
Le immagini inviateci dalle sonde Viking nel 1977 e Pathfinder nel 1997 hanno mostrato che il cielo visto da Marte appare rosso. Questo è dovuto alla polvere ricca di ossido di ferro (che appare rosso), sollevata durante le bufere che si verificano di tanto in tanto sul pianeta rosso (come viene appunto soprannominato Marte). Il colore del cielo marziano dipende dunque dalle condizioni atmosferiche. Esso è blu in assenza di bufere recenti, ma risulta comunque più scuro di quello terrestre a causa della minore quantità di atmosfera.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZOPP-SOL105-1TrueMars-AFeltri.jpgThe "True Colors" of Mars (20)462 visiteEd ora, per "chiudere" (si fa per dire...) questa panoramica in video e parole sui "Colori Veri" di Marte, ecco il prezioso contributo del Dr Feltri:"...Fermo restando che quanto scritto da Annibale d'Ercole è sostanzialmente esatto riguardo alle varie lunghezza d'onda del visibile, non lo è (ma non per colpa sua) nell'affermazione secondo cui su Marte vi sarebbero spesso tempeste o comunque vortici di sabbia e questo causerebbe la colorazione rossastra dell'atmosfera (tesi NASA). Di queste periodiche perturbazioni sabbiose non c'è alcuna traccia. In 2 anni di Rovers si sono visti solo dei piccoli "Dust Devils", la cui autenticità è pari sì e no a quella di una banconota da 55 Euro.
Il mito del Pianeta Rosso nasce da quanto affermato a suo tempo dalla NASA in occasione delle immagini Mariner. Per diversi mesi dopo l'arrivo della sonda, le foto non furono diffuse con la giustificazione ufficiale che era in atto sul Pianeta una gigantesca tempesta di sabbia. Ora, per chi conosce il metodo NASA di simulare..."
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