The Readers Show and Tell...
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00-Evolving Crater.gifEvolving Crater1050 visiteLunar Explorer Italia, vista l'intensa e motivata partecipazione di tanti Lettori, ha deciso di aprire una nuova Sezione Maggiore la quale verrà dedicata ai loro Lavori. Si tratta di Opere Interpretative o Divulgative che, per impegno e completezza, ci è sembrato che meritassero di trovare uno spazio sulle nostre pagine.
Non siamo tutti quanti Scienziati e quindi non ci si deve attendere lavori di tipo "Universitario": questa Sezione è riservata, infatti, a quegli Appassionati e Studiosi della Materia - a qualsiasi titolo e livello - i quali hanno qualcosa da dire.
Lun-Ex-It, nelle sue premesse, era ed è anche una (piccola) Tribuna dalla quale chiunque si può affacciare e dire qualcosa.
E non servirà gridare poiché gli Amici di Lun-Ex-It non sono sordi.
Uno spazio ai Lettori lo avevamo già riservato, per il "Campo Artistico", nella Sezione Deep-Sky e l'iniziativa, statistiche alla mano, è stata un successo. Adesso i Lettori che non hanno paura di esprimersi potranno formulare “in chiaro” le loro idee sull’Universo che ci circonda.
Grazie di cuore, quindi, Buon Lavoro e Benvenuto a chiunque voglia raccontarci qualcosa delle proprie Ricerche e Convinzioni in ordine a questo infinito, affascinante e sempre più controverso Campo della nostra – imperfetta – Conoscenza (le immagini di supporto sono gradite).
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00-M-FAGONE-GreenMars.jpgThe "True Colors" of Mars?775 visiteLun-Ex-It has decided to open a new Main Section of its "Library" which will be entirely dedicated to the Readers (we thought that some Works that were sent to us deserved some kind of recognition and...Here we are!).
We are not all Scientists so, please, do not expect any "graduated-like" Work here: this Section is just given to those who have something to 'Show&Tell', no matter what their "cv" might say: anybody can come to this (small) Tribune and speak-up (but nobody needs to scream, because Lunar Explorer's Friends are not deaf).
A small space for the Readers had already been created in the Deep Sky Section and, we must say, after a little more than a year, the stats show that the experiment was successful. Now therefore, after Writers&Poets, it is time to listen to what our Truth-Seeking Friends have to say about the Moon, Mars and the Universe.
So, if you are not scared of your own ideas and opinions being - let's say - "exposed", write us!
(in English or French; pictures are welcome)
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Goats.jpegWonders of Nature: goats on an Argania Spinosa tree (Morocco) - Credits: Maryam Darif521 visiteA big thank you to my friend, Maryam Darif, for this splendid image of the "Flying Goats", and a wish for Morocco to rise again after the tragedy.MareKromium
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Lens_Flare_1.jpgColorful Lens Flare?111 visiteLa causa principale della formazione dei flare è rappresentata dalla posizione della luce che tende a generare queste aberrazioni quando la sorgente luminosa si trova davanti o lateralmente alla fotocamera. In queste condizioni i raggi parassitari hanno più probabilità di subire fenomeni di rifrazione, rimbalzando tra le lenti interne all'obiettivo e causando questo difetto ottico.
La luce comunque non è l'unica variabile da tenere presente visto che anche la tipologia di obiettivo ha una certa rilevanza, in generale possiamo dire che più la struttura delle lente è complicata, maggiori probabilità si hanno di veder comparire dei flare, la spiegazione è data dal fatto che più lenti sono presenti internamente all'obiettivo e più possibilità si hanno di avere fenomeni di rifrazione. Quindi possiamo dire che gli obiettivi zoom e quelli stabilizzati sono più soggetti a questo difetto rispetto ad una focale fissa.
Ma bisogna anche tenere presente l'angolo di campo di una determinata lente, perché maggiore sarà questa variabile e più probabilità ci saranno di avere delle infiltrazioni di luce parassitaria. Quindi tenendo conto di questo fattore, si può affermare che le ottiche grandangolari sono più sensibili ai flare rispetto ai teleobiettivi.
Ma qual'é una delle caratteristiche fondamentali delle Lens Flare? E' che appare trasparente ed un "alone a spigoli" (in questo caso un "Effetto Primatico") NON deriva dalla Lens Flare. Per cui, se una (presunta) Lens Flare è accompagnata (circondata) da un Effetto Prismatico, allora NON è una Lens Flare. O l'una, o l'altro. Entrambi, otticamente, non è possibile. Perché? Perché da un'aberrazione (la Lens Flare) non deriva una sorgente autonoma poligonale o a spigoli (Effetto Prismatico).
p.s.: questa foto della Grande Muraglia è stata palesemente ritoccata (oltre ad essere fuori fuoco)MareKromium
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Lens_Flare_2.jpgColorful "Lens Flare"?84 visiteI flare (chiamati anche Lens-flare o Flare-effect) sono dei difetti ottici che si verificano in determinate condizioni di luce fotografando o filmando una scena. La presenza di flare in un'immagine può portare a una grande perdita di contrasto con un conseguente appiattimento della gamma cromatica, questo fenomeno viene chiamato Flare a velo, oppure può far comparire dei bagliori o delle piccole aberrazioni cromatiche in diversi punti della composizione, queste imperfezioni vengono anche chiamate Ghost fotografici e differiscono tra loro per forma o colore.MareKromium
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE001.jpgThe "True Colors" of Mars (2)617 visite QUALI SONO I VERI COLORI DI MARTE?
di Matteo Fagone di www.pianetamarte.net, per Lunar Explorer Italia
Lontano qualche centinaio di milioni di km dalla Terra, il "Pianeta Rosso" viene (quasi) quotidianamente ripreso ed immortalato da diverse Sonde, sia poste su un’orbita stabile attorno ad esso, sia “in marcia” sul suo suolo.
Tuttavia, contrariamente alle aspettative di molti appassionati – ed anche, in effetti, di svariati “Addetti ai Lavori” –, gli archivi fotografici “marziani” pullulano di una enorme raccolta....in bianco e nero! Credevamo che i tempi del cinema muto e delle care vecchie pellicole in black&white fosse ormai solo un (gran bel) ricordo ma, almeno alla NASA, sembrerebbe proprio che l'amore per l'obsoleto sopravviva con audacia.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE002.jpgThe "True Colors" of Mars (3)681 visiteChi ricorda il film "Total Recall" (titolo italiano Atto di forza)?
Probabilmente in quella pellicola – senz’altro memorabile – c’è stato uno dei migliori tentativi di interpretazione dell'aspetto di Marte. Allora – eravamo nel 1991 – ci si basava ancora su alcune immagini (peraltro molto pubblicizzate nei testi di divulgazione nonché in quelli scolastici) delle Sonde Viking e sulle nozioni di moda in quel periodo: Pianeta Rosso e perciò… suolo rosso, cielo rosso profondo etc.
Si noti, infatti, che durante i passaggi della pellicola in cui si poteva osservare la superficie marziana, in essa era sempre ben visibile questo colore dominante: il rosso! Il suolo era molto cupo e il cielo splendeva di un rosso che sfumava – in alto – verso toni sempre più scuri.
Sorge dunque una domanda: come si spiega tutto questo?
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE003.jpgThe "True Colors" of Mars (4)575 visiteSemplicissimo! La scenografia del film fu costruita prendendo alla lettera gli insegnamenti scientifici (per giunta tuttora validi) conosciuti: "la superficie appare rossa a causa della massiccia presenza (su di essa) di materiale ossidato (ferro?) il quale conferisce all’intero paesaggio il tipico color ruggine. L'atmosfera di Marte, poi, è estremamente rarefatta, con una pressione al suolo di circa 7 millibar: meno di un centesimo di quella terrestre. Di conseguenza il cielo dovrebbe apparire di un rosso vivo all'orizzonte, che sfuma in un colore sempre più scuro a mano a mano che si guarda verso l'alto e sino al punto in cui dovrebbe essere possibile riuscire a vedere le stelle persino in pieno giorno".
E fino a qui va tutto bene.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE004.jpgThe "True Colors" of Mars (5)589 visiteMa arriviamo nell'anno 1997: e che cosa accade? Accade che la sonda Pathfinder atterra sul suolo marziano nella regione di Ares Vallis. Iniziano quindi a giungere le prime immagini della superficie, sia in bianco e nero (al Pubblico) e sia, ovviamente, a colori (per lo più per gli Addetti ai Lavori).
Correggiamoci: anche al Pubblico sono state mostrate un certo numero di frames a colori. (Per intenderci, con il termine " Pubblico" ci riferiamo a tutti coloro che non sono "Scienziati e/o Ricercatori NASA e/od ESA").
Se visitiamo il sito NASA dove "giacciono" tutte le immagini riprese da Pathfinder, non facciamo altro che visionare la documentazione resa accessibile, molto cortesemente, dalla NASA verso "il Pubblico" e cioè…Verso "tutti gli altri" (il Resto del Mondo…).
A parte questa divagazione, la sostanza della questione era/è che i colori di Marte sono cambiati!
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE006.jpgThe "True Colors" of Mars (6)508 visiteGrazie alle migliori tecnologie impiegate nella realizzazione delle telecamere di bordo, ora apparivano tonalità più vive. Il suolo era, sì, ancora sul rosso, ma un rosso diverso; ora si vedevano anche terreni bruno-giallastri, massi chiari e, in aggiunta naturalmente alle classiche foto dai colori rossicci, emergevano particolari nuovi, diversi forse dalle aspettative.
E poi il cielo: esso non era più soltanto rosso, ma rosa, giallastro, marroncino, rosato con parvenza di azzurro....Insomma la missione Pathfinder fu nel complesso un vero successo!
Un successo tale che Marte si trasformò quasi in un personaggio da carnevale, vestito di mille colori e dalle ambigue fattezze. Sarebbe interessante poter interrogare un chimico, un geologo e un meteorologo mostrandogli qualche frame a colori (e in b/n) e quindi domandargli "quale sommaria idea potrebbero offrire queste tipologie di immagini", "che valore scientifico racchiudono" e "in che modo questi variopinti paesaggi migliorano la comprensione del pianeta".
Probabilmente la risposta non è difficile da intuire.
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE007.jpgThe "True Colors" of Mars (7)444 visiteStiamo forse supponendo che qualcuno abbia agito in mala fede?
Per carità, non sia mai! E’ assai più probabile che l'esatta struttura dei colori di Marte sia così complessa da decifrare che persino i tecnici che lavorano alle missioni spaziali si trovano in difficoltà!
Spendiamo allora due parole sulle telecamere a colori e sui metodi per ottenere immagini il più possibile naturali. Nelle telecamere a colori generalmente si installano, al loro interno, apparecchiature che fungono da filtro passa-banda; così basandosi sul rosso, sul blu e sul giallo si riescono poi ad ottenere tutte le principali tonalità cromatiche conosciute. Il motivo è dovuto al semplice fatto che il rosso, il giallo e il blu costituiscono i "colori fondamentali".
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ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-ZZ-MFAGONE008.jpgThe "True Colors" of Mars (8)401 visiteCome si esegue la taratura della telecamera? Nella maniera più ovvia possibile: si punta la telecamera in una direzione predefinita, per esempio su una parete pancromatica che rappresenta una discreta gamma di colori. Si regolano i filtri passa-banda in modo che il risultato finale corrisponda proprio a ciò che l'occhio umano osserverebbe. Quanto appena descritto dovrebbe costituire l'elemento cruciale per il successo di una missione spaziale e la ragione è evidente: l'osservazione visiva è – a mio parere - l’elemento analitico essenziale! Almeno fino al giorno in cui l'uomo non sbarcherà in prima persona su Marte, dovremo basarci proprio sull'osservazione visiva per capire qualcosa di quel Mondo lontano.
E’ pur vero che ci sono tante altre apparecchiature e sensori che, a loro volta, forniscono altri dati essenziali ma…Ma l'elemento visivo è importantissimo.
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