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The "Metric" frames: the Mapping
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C-APOLLO 16 AS 16-M-R37-1341.jpgAPOLLO 16 AS 16-M-R37-1341 - A streak of light (anomaly)153 visiteIn questo frame possiamo dire di trovarci davanti ad un'Anomalia orbitale decisamente interessante: c'è un oggetto, infatti, che attraversa il campo di ripresa della fotocamera e, nel farlo, si lascia alle spalle una traccia luminosa semi-puntiforme. Inoltre, a giudicare dal tipo di riflesso che proviene dall'oggetto quando transita appena al di fuori del bordo della Luna, si potrebbe anche ipotizzare una possibile origine metallica del corpo stesso. Purtroppo non possediamo il frame originale uncompressed (che ci aiuterebbe a chiarire molte cose), ma noi propendiamo per l'ipotesi che si tratti di qualcosa di reale e non di un artifact, o di un difetto della pellicola o di un raggio cosmico. Perchè questa presa di posizione? Perchè ci è capitato di avere già visto un qualcosa di simile, in un filmato originale NASA - Apollo 11. Si trattava della ripresa filmata di tutta la fase di ascesa del LM Eagle, sino al docking con la CSM Columbia.
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C-APOLLO 16 AS 16-M-R37-1371.jpgAPOLLO 16 AS 16-M-R37-1371 - Streaks on the Moon and artifacts131 visiteDopo circa 3'41" di ascesa del LM, accadeva qualcosa: un oggetto luminoso puntiforme (riteniamo proveniente dallo spazio esterno) attraversava l'intero campo visivo della telecamera - muovendosi ad altissima velocità e seguendo una traiettoria sostanzialmente lineare in direzione della Luna - e poi spariva. Questo filmato, si noti, veniva proposto mentre Armstrong, Aldrin e Collins, calmi e sorridenti (ma visibilmente imbarazzati) rispondevano, talvolta in maniera "dolcemente reticente", ad un folto gruppo di giornalisti durante una conferenza stampa trasmessa in Mondovisione. L'oggetto ripreso, qualunque cosa fosse, dopo aver visionato tutta la sequenza frame-by-frame, ci è sembrato essere qualcosa di molto simile a quello che abbiamo visto nel metric frame 1341.
E questo è quanto. Ora tocca a Voi vedere e valutare!
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D-APOLLO 16 AS 16-M-R37-1419.jpgAPOLLO 16 AS 16-M-R37-1419 - Craters and peaks149 visiteL'immagine non è sicuramente perfetta, ma la dimensione dei crateri che la CSM Casper sta sorvolando, unita ai giochi di luce e di ombre che una serie di picchi rocciosi, posizionati sul versante Nord del cratere più piccolo (in basso) che sembra fungere da supporto ai due crateri giganti che lo sovrastano, ci sono sembrati motivi sufficienti per inserire questo frame nella galleria. Ed a proposito di "Spettacoli della Natura", ci siamo chiesti che effetto farebbe allunare proprio in mezzo ad uno dei crateri visibili in questa fotografia, e poi rivolgersi in direzione dei picchi ai quali accennavamo in precedenza. Forse, al di là delle becere e per lo più demagogiche chiacchiere - nonchè delle rozze e semplicistiche filosofie - di coloro che ritengono "inutile" esplorare il cosmo (a cominciare dalla Luna...), dovremmo accettare la semplice realtà e dire che, in fondo, alla "splendida desolazione della Luna" ed alla "ruvida bellezza" dei suoi panorami, il Genere Umano - ahinoi - non è ancora pronto...
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D-APOLLO 16 AS 16-M-R37-1421.jpgAPOLLO 16 AS 16-M-R37-1421 - Craters, peaks and a star-like object100 visiteAncora i crateri e le ombre di cui parlavamo a proposito del frame 1419. La qualità di questo frame è decisamente bassa, ma l'apparizione, poco al di sopra del bordo della Luna, di uno star-like object di modeste dimensioni, ci ha convinto ad inserirlo nella galleria. In futuro, Vi sapremo dire se lo star-like era vero o se si trattava solo di un artifact.
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D-APOLLO 16 AS 16-M-R37-1422.jpgAPOLLO 16 AS 16-M-R37-1422 - What's up there?!?115 visiteC'è sicuramente qualcosa di curioso, in questo frame, che non ci è stato possibile spiegare. Guardate in alto, alla Vostra Dx: noterete un gruppo di puntini luminosi i quali - a prima vista - ci sono sembrati un difetto del film. Può effettivamente trattarsi di un vizio della pellicola, ma non ne siamo certi al 100% e dunque Vi offriamo l'immagine così com'è, affinchè anche Voi possiate elaborarla e, se sarete bravi e fortunati, tentare di risolvere questo nuovo - piccolo - mistero.
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P-APOLLO 17 AS 17-M-R27-0938.jpgAPOLLO 17 AS 17-M-R27-0938 - Craters, mountains and river-beds114 visiteE veniamo ora ai Metric Frames dell'Apollo 17, l'ultima "Mission to the Moon" e l'ultima missione che abbia eseguito il programma di mappatura della superficie del nostro Satellite con la tecnica degli scatti sequenziali automatici, ottenuti dalla CSM America durante le ben 148 ore trascorse in orbita Lunare. Alla NASA ci dicono che: "The Apollo 17 mission carried a mapping (metric) camera located in the SIM Bay of the Command Service Module. A total of 3297 black and white images were taken of which 2140 were considered usable". Ancora più di 1000 fotografie inutilizzabili, ergo non pubblicate. Noi saremmo davvero felici di poter dare un'occhiata a questi "brutti frames" e, magari, cercare di tirar fuori qualcosa di importante. E Voi?!?...
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P-APOLLO 17 AS 17-M-R27-0953.jpgAPOLLO 17 AS 17-M-R27-0953 - What a view!143 visiteUna vista davvero eccezionale, da un'altezza di circa 280 Km: sul margine superiore della fotografia, una formazione montuosa che ricorda tantissimo la "cordigliera delle Ande" e poi, simili a graffiti, i letti lasciati da antichi fiumi di lava (Sn) ed alcune increspature di una pianura che potrebbero risalire al tempo in cui la Luna iniziò a raffreddarsi e, nel farlo, a "raggrinzire" leggermente (Sn ed al centro, verso il basso). Piccoli crateri isolati costellano il margine inferiore ed il lato Dx del frame.
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P-APOLLO 17 AS 17-M-R28-1233.jpgAPOLLO 17 AS 17-M-R28-1233 - What a view!126 visiteAnche per questo frame vale il commento svolto per l'immagine precedente. A titolo di curiosità, però, Vi facciamo notare il grande cratere visibile verso il basso della fotografia, poco distante da una montagna di notevoli dimensioni. Notate come il particolare gioco di luce/ombra, che si risolve in una falce illuminata sul bordo superiore del rilievo - segno che il Sole, rispetto all'orizzonte del cratere, è ormai molto basso -, può talvolta trarre in inganno i Ricercatori. Come? L'ingannevolezza della ripresa risiede proprio in quella falce di luce: basta, infatti, sfuocare (solo leggermente) l'immagine in questione, che la effettiva e visivamente percepibile concavità del cratere parzialmente illuminato, si modificherà, dando all'Osservatore un'illusione di convessità (noi lo chiamiamo "effetto bolla"). Ed ecco come un curioso gioco di luci può far apparire ai nostri occhi, al posto di un semplice (ancorchè suggestivo) cratere, un (purtroppo inesistente) "Lunar Dome".
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Q-APOLLO_17_AS_17-M-1518.jpgAPOLLO 17 AS 17-M-R29-1518 - Ina103 visiteThe so-called "Conventional Wisdom! says the Moon is dead, BUT "Conventional Wisdom" may also - and often - be wrong.
In the journal "Nature" (Nov. 9th, 2006), a team of scientists led by Prof. Peter Schultz of Brown University announced evidence for fresh geologic activity on the Moon. Although lunar volcanism was supposed to have ceased billions of years ago, there's at least one place on the Moon where "outgassing" may have happened within the past 10 million years - and may still be happening today (Schultz, Staid and Pieters, Nature, 444, 184).
The site is a strange-looking geological feature named "Ina" in Lacus Felicitatis, a lake of ancient, hardened lava located at lunar coordinates of about 19° North Lat. and 5° East Long.
"Ina was first noticed by Apollo Astronauts" says Schultz. Pictured right, "it's shaped like a letter D about two kilometers wide".
Three things about Ina point to recent activity:
1) Ina has mysteriously sharp edges. "Something that razor sharp shouldn't stay around long. It ought to be destroyed within 50 million years" says Schultz. The destroyer of sharp edges on the Moon is a constant rain of small meteoroids that wear down mountains and craters to a nub, given time. Ina's sharp features suggest great youth.
2) Ina is sparsely cratered. While small meteoroids sandblast the terrain into smoothness, larger meteoroids and asteroids make craters. The older the surface, the more heavily cratered it becomes. "Ina is almost devoid of craters" notes Schultz. "We found only two clear impact craters larger than 30 meters on the 8 square kilometers of the structure’s floor". Again, Ina appears young.
3) Ina is bright and has odd colors. Rocks and dirt on the surface of the Moon grow darker as time passes. The darkening agent is space weather: a nonstop rain of cosmic rays, solar radiation and meteoroids hit the Moon and darken the ground. (The mechanisms - a.k.a.: "Space Weathering" - are too detailed to discuss here, but the effect is mostly uncontroversial)
Ina, however, is bright, as if fresh dirt has been overturned and newly exposed. Furthermore, the colors of Ina, measured by a spectrometer on the Clementine Spacecraft, are similar to the colors of the Moon's youngest craters. Yet Ina is not an impact crater.
It all adds up to outgassing: "We believe there has been a rapid release of gasses, blowing off surface deposits and exposing less weathered materials" explains Schultz. This is not necessarily a sign of active volcanism. "The appearance of the surface at Ina does not indicate an explosive release of magma, which would create visible rays of ejecta surrounding a central crater".
Instead, the gasses may have been trapped below ground for millions or billions of years and released by, say, a recent moonquake. This interpretation is appealing because Ina is located at the intersection of two linear valleys or rilles - like many geologically active areas on Earth.
"Over the years" he adds, "amateur astronomers have reported puffs or flashes of light coming from the Moon's surface". While many professional astronomers insisted the moon was inactive, the amateur sightings kept open a window of doubt. Schultz thinks it's time to start looking in earnest: "A coordinated observation campaign, including both professional and amateur astronomers, would be one way to build additional evidence for activity. A gas release itself would not be visible for more than a second or so, but the dust it kicked up might stay suspended for 30". With modern alert networks, that's long enough to move a professional telescope into position to see what's happening."
There may be plenty of targets to monitor. The researchers have identified at least four features similar to Ina associated with the same system of rilles, as well as others in neighboring rille systems.
Could these gases actually prove useful to future lunar explorers? Schultz thinks so. "CO2 and even H2O could be coming out of these vents. But first" he cautions, "we have to find out if the outgassing is real - and what the gases are". This makes Ina an intriguing site for future exploration by robots and people.
Says Schultz, "the Moon may not be so dead after all".MareKromium
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