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Ring Galaxy AM 0644-741 (HST)
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"…Anche se la sua vita, con la venuta di quella gente, si era riempita di tante cose, nulla era sostanzialmente cambiato per Lear.
Dalla sua casa, la grande muraglia azzurra che sigillava l'orizzonte era sempre stata una visione evanescente e carica di forza, che gli riportava al cuore atmosfere leggere e preziose. Non ci aveva mai pensato veramente, ma un giorno, senza neanche ragionarci più a lungo di una semplice decisione, mise qualcosa nella bisaccia e partì.
Camminò per settimane senza mai perdere di vista la sua mèta e quando finalmente la raggiunse, le sue condizioni fisiche erano ancora eccellenti.
Da vicino, quell'immane muro di roccia grigia non aveva più nulla di etereo, al contrario, quel colore così cupo gli dava adesso un aspetto minaccioso e quasi inquietante; del resto anche il paesaggio intorno aveva perso le calde tonalità dei prati per farsi brullo, stepposo e tormentato.
Rimase tutto il pomeriggio con le spalle appoggiate contro una roccia a guardare quelle pareti. Il vento correndo tra le gole e gli anfratti s'infrangeva contro quei poderosi bastioni in un lamento continuo, quasi di sofferenza, che Lear ascoltava incantato ed incurante del freddo e del tempo che intanto scorreva veloce.
Aveva il corpo schiacciato contro la parete e le mani in carca di appigli, quando fu sfiorato dall’ultima luce rosata di un tramonto, che si spense quasi d’improvviso…”.
Giuseppe Spina - "La Scalata"
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