E' incredibile la "Fortuna" di alcuni, è vero. Ma io posso ritenermi (assieme a tantissimi altri) un "Fortunato" perchè, anche se non sempre (o meglio: quasi mai...) ho ripreso, comunque tante cose le ho "viste", live e con i miei occhi (e da sobrio). E questo non è poco...
Per Andrea: il fatto che si sia trattato di un bolide non vuol dire "non impatto"; vuol solo dire "impatto poco significativo".
Già, poca cosa...ma Voi avete idea di che razza di bolide ci vuole (in termini di massa, composizione e velocità) per bucare anche solo alcuni degli strati dell'Atmosfera Gioviana, dopo aver passato incolume il Limite di Roche?
Ragazzi, un bolide come quello che ha "segnato" Giove, se piovesse sulle nostre teste, sarebbe/costituirebbe un ELE. Altro che balle... - PCF
andreagg
[Giu 17, 2010 at 04:19 PM]
Beh, diciamo che una luminosità generata da impatto è ben differente da una generata da bolide. Quest'ultimo presuppone che buona parte della materia si disintegri nell'atmosfera, mentre nell'impatto l'energia sprigionata dovrebbe esser ben maggiore. O sbaglio?
è solo questione di linguaggio. Quando ho studiato le Meccaniche da Impatto, ho imparato che, generalmente parlando, di impatti ne esistono almeno due tipi principali: quello con la Superficie di un Corpo Celeste (ed il cd. impatto "classico") e quello con l'Atmosfera di un Corpo Celeste (che è indubitabilmente "materia" e quindi suscettibile di essere "impattata" a sua volta).
La scriminante è, quindi, nel fatto che la Superficie del Corpo Celeste venga effettivamente colpita o meno (e, secondo alcuni Scienziati Planetari, si può parlare di "impatto" SOLO nel caso in cui un "corpo estraneo" giunge a colpire la Superficie di un Corpo Celeste).
Io, umilmente, dissento.
L'Energia (luminosa e termica) sprigionata da un impatto è funzione parziale del quantum di Energia (cinetica) posseduto dal Bolide, nonchè della composizione, massa e velocità del Corpo Impattante ("Impactor"). In alcuni casi, il bolide che si disintegra nell'Atmosfera emette un più che discreto quantitativo di luce e calore, e non è affatto detto che, nel caso in cui l'Impactor fosse giunto al suolo, la luce sprigionata (rectius: l'Energia - Termica e Luminosa) sarebbe stata di più.
Dipende, anche in questo caso, dalla combinazione di svariati fattori. Io ne evidenzio uno su tutti: le caratteristiche fisiche della Superficie impattata (converrai che una cosa è impattare un liquido ed un'altra un terreno solido; una cosa è impattare un deserto sabbioso ed un'altra un deserto roccioso etc.).
Ora, in questo scenario, tu capisci bene che le uniche logiche adottabili sono speculative (nella visione ex ante e cioè prima che un generico impatto di un generico Impactor con un generico Corpo Celeste si verifichi), e/o deduttive (ivi ex post, e cioè, per farla breve, post-impatto).
La Regola Aurea, in casi del genere, è questa (secondo me e sulla base di quello che ho capito ed interpretato dai ed attraverso i miei studi): la valutazione delle conseguenze, delle caratteristiche e delle implicazioni di un impatto può essere fatta CORRETTAMENTE solo nello scenario "ex-post"; nell'ex-ante, si tratta di stabilire un numero "x" di variabili e quindi operare delle simulazioni (che poi, si sa, potranno essere più o meno accurate).
L'esperienza mi ha insegnato che la MIGLIORE delle simulazioni è sempre l'equivalente di un'ombra di certezza.
Un Saluto! - PCF
p.s.: la tendenza generale di Scienziati e Ricercatori Planetari, quando si parla di impatti, è sempre e solo una: minimizzare. Minimizzare sempre, comunque ed "a prescindere". Non so se rendo l'idea, ma penso di si... :-)
andreagg
[Giu 17, 2010 at 06:52 PM]
Ottima spiegazione... nel caso specifico però il bolide che si scontra ed incendia nell'atmosfera gioviana avrà avuto minor energia di un corpo impattante che riesce a penetrare le nubi e giungere in profondità. Anche per il semplice assunto che per penetrare all'interno dell'atmosfera dev'essere di dimensioni maggiori, vista la densità.
Non fraintendermi, non cerco di aver ragione, è il mio "metodo" per apprendere confrontandomi con chi ne sa certamente più di me!
Per il p.s. si, hai reso l'idea, in special modo dopo aver visto il post "impatto x avvenuto il xx xx xxxx" (non ricordo il nome ma credo anch'io di aver reso l'idea ;-) )
Carissimo Andrea, mi piace come affronti il Tema Disputandum! Ok, vorrei darti qualche ulteriore elemento, ma temo di diventare prolisso e quindi...mettiamola così: se ti va, non appena sono più "tranquillo" (ho gravi problemi familiari) riprendo questo post e provo a raccontarti qualcosa in più sul concetto di "Energia" e su quello di "Forza". Ti va? E per il resto, ti dico SI: hai capito BENISSIMO! Un abbraccio - paolo
Si Anakin, solo che questa immagine è "capovolta" (sebbene nello Spazio, come sai bene, un "sopra" ed un "sotto", in vero, non hanno senso...). Un abbraccio! paolo
Sul fatto che nello spazio un "sopra" e un "sotto" non hanno senso non so. Dovrei pensarci.... Se così fosse allora tutti i pianeti del sistema solare ruotano in senso orario
esempio pratico: tu osservi Giove dal tuo giardino e noti che è sparita la fascia sud... un altro tizio osserva dal suo giardino, ma in Sud Africa, e nota che manca si la fascia sud, ma si chiede perchè la chiamano sud se si trova in alto... ;)
Invece ipotizziamo che un astronave aliena entri nel nostro sistema solare. Come e dove vedrà la macchia rossa di Giove? E i pianeti quale moto di rivoluzione avranno? Orario o antiorario?
Per Andrea: il fatto che si sia trattato di un bolide non vuol dire "non impatto"; vuol solo dire "impatto poco significativo".
Già, poca cosa...ma Voi avete idea di che razza di bolide ci vuole (in termini di massa, composizione e velocità) per bucare anche solo alcuni degli strati dell'Atmosfera Gioviana, dopo aver passato incolume il Limite di Roche?
Ragazzi, un bolide come quello che ha "segnato" Giove, se piovesse sulle nostre teste, sarebbe/costituirebbe un ELE. Altro che balle... - PCF
è solo questione di linguaggio. Quando ho studiato le Meccaniche da Impatto, ho imparato che, generalmente parlando, di impatti ne esistono almeno due tipi principali: quello con la Superficie di un Corpo Celeste (ed il cd. impatto "classico") e quello con l'Atmosfera di un Corpo Celeste (che è indubitabilmente "materia" e quindi suscettibile di essere "impattata" a sua volta).
La scriminante è, quindi, nel fatto che la Superficie del Corpo Celeste venga effettivamente colpita o meno (e, secondo alcuni Scienziati Planetari, si può parlare di "impatto" SOLO nel caso in cui un "corpo estraneo" giunge a colpire la Superficie di un Corpo Celeste).
Io, umilmente, dissento.
L'Energia (luminosa e termica) sprigionata da un impatto è funzione parziale del quantum di Energia (cinetica) posseduto dal Bolide, nonchè della composizione, massa e velocità del Corpo Impattante ("Impactor"). In alcuni casi, il bolide che si disintegra nell'Atmosfera emette un più che discreto quantitativo di luce e calore, e non è affatto detto che, nel caso in cui l'Impactor fosse giunto al suolo, la luce sprigionata (rectius: l'Energia - Termica e Luminosa) sarebbe stata di più.
Dipende, anche in questo caso, dalla combinazione di svariati fattori. Io ne evidenzio uno su tutti: le caratteristiche fisiche della Superficie impattata (converrai che una cosa è impattare un liquido ed un'altra un terreno solido; una cosa è impattare un deserto sabbioso ed un'altra un deserto roccioso etc.).
Ora, in questo scenario, tu capisci bene che le uniche logiche adottabili sono speculative (nella visione ex ante e cioè prima che un generico impatto di un generico Impactor con un generico Corpo Celeste si verifichi), e/o deduttive (ivi ex post, e cioè, per farla breve, post-impatto).
La Regola Aurea, in casi del genere, è questa (secondo me e sulla base di quello che ho capito ed interpretato dai ed attraverso i miei studi): la valutazione delle conseguenze, delle caratteristiche e delle implicazioni di un impatto può essere fatta CORRETTAMENTE solo nello scenario "ex-post"; nell'ex-ante, si tratta di stabilire un numero "x" di variabili e quindi operare delle simulazioni (che poi, si sa, potranno essere più o meno accurate).
L'esperienza mi ha insegnato che la MIGLIORE delle simulazioni è sempre l'equivalente di un'ombra di certezza.
Un Saluto! - PCF
p.s.: la tendenza generale di Scienziati e Ricercatori Planetari, quando si parla di impatti, è sempre e solo una: minimizzare. Minimizzare sempre, comunque ed "a prescindere". Non so se rendo l'idea, ma penso di si... :-)
Non fraintendermi, non cerco di aver ragione, è il mio "metodo" per apprendere confrontandomi con chi ne sa certamente più di me!
Per il p.s. si, hai reso l'idea, in special modo dopo aver visto il post "impatto x avvenuto il xx xx xxxx" (non ricordo il nome ma credo anch'io di aver reso l'idea ;-) )