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"Silver Spheres"?
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Se ne è parlato per mezzo secolo ed ancora se ne parla, senza tuttavia arrivare mai a nulla.
In parte, probabilmente, per mancanza di "prove incontrovertibili", ed in parte, sicuramente, per mancanza di coraggio. Le Missioni Apollo ci hanno regalato centinaia di spunti che, se non altro, sono serviti a discutere la "Questione OVNI" usando del materiale genuino e, spesso, di grande qualità oggettiva.
Purtroppo però (e dobbiamo dire - ahinoi - "ovviamente"...), quando si parla di OVNI, non si può sperare di essere considerati "credibili" dalla Comunità Scientifica Positiva (e dai "Positivisti" in generale), anche allorchè si scriva, si parli e si discuta pacatamente, educatamente e, soprattutto, adducendo argomentazioni ed elementi di sostanza.
E questo è un fatto.
Un altro fatto, tuttavia, e nella esistenza di evidenze le quali, come quella che Vi proponiamo oggi (e suggeritaci dal nostro Amico e Partner Miro), non possono lasciare indifferenti.
Che cosa stiamo osservando in questo frame? Dossi allineati ad elevatissima Albedo (riflettenza) oppure delle "Sfere Argentee" allineate sul bordo di alcuni Crateri Lunari? O forse degli assai suggestivi (e totalmente fuorvianti!) image-artifacts?
Noi, a differenza di tanti che parlano, straparlano e, spesso, insultano (con ciò dimostrando solamente tutta la loro saccenza, arroganza ed ignoranza), non Vi diamo risposte nè certezze. Noi, come Gruppo Lunexit, Vi diamo evidenze (quelle disponibili) ed argomenti di discussione.
Il che, onestamente, ci sembra già molto.
Sicuramente di più di quello che offrono al Mondo degli Appassionati e dei Ricercatori Borderline i "Vati" dell'Ufologia, da un lato, ed i "Vati" del Positivismo Scientifico, per definizione negazionista del Fenomeno OVNI, dall'altro.
Ciò detto e premesso, se volete, adesso possiamo anche discutere...
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Potrebbe essere così per far partire un razzo di nascosto?
Secondo me sì. Specialmente per quei tempi. Oggi troppa tecnologia in ascolto
E credo che si sia, con troppa leggerezza, sparsa la voce e il pensiero che (sempre in quei tempi) era possibile verificare ogni missione del genere senza che qualcuno riuscisse a non farsi beccare.
Io invece credo che, sempre per quei tempi, era possibile e attuabile.
capisco che si fa per ragionare, ma sono arciconvinto che non si può fare nulla (anche in quei tempi) di così grande senza che ci si accorga. E' un "esercito" di uomini che ci lavora dietro ... Anche dal mare .... quanta gente avrebbe potuto vedere! Comunque ...
Condivido appieno quanto scritto da Anakin e sottolineo che OGGI, come ALLORA, se parliamo di monitoraggio dei cieli a scopo militare, potrei anche pensare (ma non credere) che non sfuggisse QUASI nulla ai nostri Amici Radaristi (tipo Max, appunto); se invece parliamo di monitoraggio dei cieli a scopo di...semplice monitoraggio (civile od a fini astronomici), io direi che, OGGI come ALLORA, parliamo di una rete a maglie così larghe che potrebbero decollare, in qualsiasi momento, "n" Saturn V Rockets e nessuno, o quasi, si accorgerebbe di nulla.
E quelli che si accorgessero di qualcosa e poi parlassero e raccontassero (casi del genere, specie in USA ed in URSS, sino alla fine degli Anni '90, ce ne sono stati a migliaia...), verrebbero sberleffati e presi per mitomani, con credibilità ridotta a zero in 5 nanosecondi.
Se poi parliamo, infine, di monitoraggio dei cieli fatto "dall'uomo comune" (e cioè gente che guarda all'insù tanto per guardare all'insù), allora state pure certi che nessuno vedrebbe un caxxo, nemmeno se gli passasse un Saturno V a 1000 metri di distanza. E di quest'ultima asserzione, ho, purtroppo, innumerevoli prove provate nei miei archivi mnemonici...
Comunque sia, la Ricerca continua e lo scambio (civile) di opinioni la fa più bella e più ricca. Abbraccio Circolare - paolo
p.s.: io, per esempio, potrei anche "provare" a raccontare una cosa dimostrabile e di cui ho evidenza, la quale non dimostrerebbe, come ovvio, nulla, ma suggerirebbe, ritengo, moltissimo. Magari ve la racconterò in un prossimo intervento.
E' chiaro che noi, che siamo al di fuori dei sistemi che controllano lo sviluppo della Scienza e della Conoscenza, abbiamo limitatissime (comunque ed a qualsiasi livello) conoscenze su quello che accade realmente. Ma questo non è "complottismo": questo è un fatto.
Mia opinione onesta? Noi, di quello che è accaduto (ed accade) sulla Luna, da 0 a 100, sappiamo 2 o 3. Non di più.
Buona serata! paolo
Poi qualcosa è trapelato nel tempo: leggo spesso di una missione congiunta amero-sovietica, dove si parla di recuperi di corpi da una nave aliena lì precipitata. Ho sempre avuto il dubbio che la parte con gli ET sia stata aggiunta per screditare la prima parte della storia
E' possibile questo? Sì, come no. E con il bene placido di nazioni asiatiche si riesce ad avere anche l'omertà giusta.
Te ne dico una: in questo "campo", aspettare è la scelta vincente. Tu sei un professionista, certo (e ti stimo!), ma sei anche e soprattutto un Appassionato.
E come tutti gli Appassionati veri, tu agogni, speri, lotti! Insomma: hai fretta (di sapere, vedere e capire). Il che è giusto,
Comprensibilissimo.
Ma sbagliato, al 100-per-100. Secondo me, ovviamente....
Abbraccio! paolo
p.s.: non fraintendermi Max: sei un Amico ed ho Grande Stima di te! Ma tu hai i tuoi skills, io i miei. Sono diversi, ma non incompatibili.
Basta lavorare insieme per renderli congrui. E questo non dipende solo da me, ovviamente....
Per il resto do ragione sia a Max che a Paolo. Se da un parte chi più ne ha più ne mette, dall'altra è meglio aspettare. Secondo me alla fine le due cose si traducono in: ufficialmente facciamo credere di essere trasparenti e non capaci, ma di nascosto facciamo l'impossibile visto che possiamo farlo....
Q. La seconda tappa dell’esplorazione umana dello spazio dopo la Luna sarà lo sbarco su Marte. Quando? Nel Duemila?
Stuhlinger: “No, prima; entro i prossimi vent’anni: dal 1985 in poi. Gli ottimisti tolgono un lustro, i pessimisti ve lo aggiungono, ma non di più.”
Q. Dunque nel 1990 al massimo, l’uomo dovrebbe posare i suoi piedi sopra il “pianeta rosso”?
Stuhlinger: “Senza dubbio, stiamo lavorando per questo.
Già oggi abbiamo i mezzi per raggiungere con estrema precisione il pianeta di Schiaparelli. L’impresa del Mariner IV (…) è una dimostrazione sufficiente.
Ma un viaggio Terra – Marte e ritorno per un equipaggio umano comporta problemi ben più gravi di quelli posti da un ordigno contenente solo strumenti e che, per altro, non tornerà più sulla Terra.
L’uomo è un carico estremamente prezioso ed esigente. Occorre che la sua cabina sia sufficientemente ampia; sicura contro i pericoli delle radiazioni; confortevolmente riscaldata; dotata di aria a pressione e umidità convenienti; abbia scorte sufficienti di cibo e di acqua; possegga apparati di telecomunicazioni e di orientamento perfetti; motori e riserve di energia adeguati alla imprescindibile necessità di un ritorno sicuro sulla Terra.
È proprio intorno a questi problemi che stiamo lavorando.
Le soluzioni le abbiamo trovate tutte, e le stiamo sperimentando una ad una.
Si tratta solo di perfezionarle e quindi passare alla realizzazione.”
Q. Anche per quanto riguarda i razzi vettoriali?
Stuhlinger: “Certamente. Guardi, ecco un razzo a propulsione elettrica.
Fino a questo momento le imprese spaziali sono state compiute utilizzando unicamente vettori sospinti da propellenti chimici.
Il nostro più grosso ordigno è il Saturn V.
Con esso tre uomini, e quanto loro necessario, vanno già sulla Luna, ma per suo mezzo si possono anche spedire in orbita carichi di 140 tonnellate, qualcosa cioè come una decina di capsule Apollo insieme; tuttavia per raggiungere Marte sarebbe ancora troppo poco.
Mentre dopo la prima esplorazione lunare si procederà all’installazione di basi fisse sul satellite e saranno istituite, intorno al 1985, linee regolari Terra – Luna, con un costo per ciascun passeggero che non dovrebbe superare quello attuale di un viaggio aereo intorno al mondo, entreranno in servizio i razzi a propellente nucleare.
I prototipi sono già stati sperimentati al banco, con successo. Per loro mezzo la portata dei vettori sarà notevolmente aumentata.
Vedete? Questa astronave ospiterà da sei a otto uomini, i quali non dovranno essere necessariamente astronauti, ma anche dei semplici scienziati, perché le condizioni a bordo saranno pressoché normali.
Non occorreranno uomini dal fisico eccezionale e preparazioni estenuanti come è stato necessario per i pionieri dei progetti Mercury, Gemini e Apollo.
Qui dentro sarà perfino ricreata una gravitazione artificiale, in modo da dare ai passeggeri anche la sensazione terrestre del peso e quella di alto e di basso.”
Q. Ma per i cibi, l’acqua e le altre necessità dell’organismo umano come farete?
Stuhlinger: “Dipenderà dalla durata delle missioni, perché, naturalmente, alla prima esplorazione di Marte ne seguiranno altre; poi sarà la volta di Venere e di qualche altro pianeta del sistema solare. Per questo secolo Marte e Venere saranno abbastanza.
Comunque prendiamo ad esempio il primo viaggio Terra – Marte, la cui durata dovrebbe essere compresa in un periodo di tempo da tre a quattro mesi. Si può pensare di caricare a bordo le scorte necessarie, una volta montata l’astronave in orbita terrestre pezzo a pezzo, con il sistema del rendez-vous e dell’attracco; ma per i viaggi di maggior durata, l’ingombro delle scorte diventerebbe un problema molto grave.
Tanto vale allora riprodurre artificialmente il ciclo nella nutrizione che Madre Terra ha creato sulla Terra.
La prima astronave per Marte funzionerà pressappoco come la capsula Apollo del programma lunare.
L’ordigno, raggiunto lo spazio circummarziano, si porrà in orbita intorno al pianeta; poi il MEM (Martian Excursion Module), cioè il veicolo per l’esplorazione marziana, si staccherà dalla astronave madre e scenderà sul pianeta rosso, poi ripartirà dal suolo e con la tecnica del rendez-vous e dell’attracco riporterà gli esploratori sul veicolo rimasto in orbita di attesa. Quindi il ritorno.”
Q. Ma lei salirebbe su una delle sue astronavi?
Stuhlinger: “Sicuramente, anzi, lo spero proprio e penso di costruire le cose in modo che la mia età non sia un impedimento, ma non ditelo a mia moglie. Lei non crede troppo allo spazio. Io invece ci credo e sono convinto che l’avvenire dell’uomo è nello spazio e che occorre operare, perché si possa vivere in esso, come si cerca di vivere in fondo agli oceani, al Polo Nord e nei deserti.
Mi si chiede spesso perchè mai si vada sulla Luna e si voglia andare sugli altri pianeti.
Una risposta precisa non c’è a tali domande, come non esiste risposta quando si chiede perché l’umanità abbia cercato di conoscere le cose che non sapeva, di penetrare i misteri della Natura, di esplorare gli oceani e i deserti di ghiaccio.
La nuova frontiera della ricerca è oggi fuori della Terra.
Lo spazio ci tenta e noi accettiamo in pieno questa irresistibile attrazione verso l’ignoto”
Ecco quindi a che punto "eravamo", mezzo secolo fa!
Ora, tolte di mezzo le boiate degli scienziati della domenica e le posizioni ufficiali dei Governi, ma Voi pensate davvero che ci siamo fermati a quella specie di "aereo-razzo", pesantissimo e pericoloso (ahimè, almeno due equipaggi ne hanno sperimentato la pericolosità pagando con la Vita...), dello Shuttle?!?
Mah... Abbraccio circolare - paolo
Qualcosa ha fatto "intoppare" tutto ... (E non i quattrini!) -_-