Mariner, Viking & MGS's Maps & Mars in the '70s
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ZE-I-Viking1-p138b.jpgColor snap-shots from Viking 1 (9)75 visitenessun commento
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ZE-I-Viking1-p139.jpgColor snap-shots from Viking 1 (10)86 visite"...Figure (10) can best be assigned to the "Special Effects" Category. It illustrates one of the many ways in which black and white images can be combined and printed in color to yield unusual patterns. In this instance an early morning image is assigned the color yellow and a picture taken in the afternoon is assigned the color blue. Although colors produced in this way are completely false, important details in the scene are sometimes favorably accentuated..."
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ZE-I-Viking1-p140a-PCF-LXTT.jpgThe "Golden Plain" (Absolute Natural Colors; credits for the additional process. and color.: Dr Paolo C. Fienga - Lunexit Team)240 visiteThe Viking 1 Lander touched down in Western Chryse Planitia at 11:53:06 UT (such as 16:13 M.L.T. - Middle Afternoon). Approximately 22 Kg of propellants were left at landing.MareKromium
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ZE-I-Viking1-p140a.jpgColor snap-shots from Viking 1 (11)74 visitenessun commento
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ZE-I-Viking1-vl1_11d128.jpgFrom the "Viking Archive" - Viking 1: is this the "true" color of Mars?176 visitePrima dell'arrivo dei Viking, i luoghi di discesa erano stati (ovviamente) già selezionati - nulla poteva essere improvvisato! - ma, una volta visionate le immagini orbitali, il Controllo Missione decise di cambiare tutto. La sicurezza dei Landers era la priorità assoluta: luoghi quali le caldere del Monte Olimpo ed il margine di uno dei canali della Valles Marineris erano obbiettivi fantastici e suggestivi, ma troppo pericolosi. Si dovette quindi optare per siti meno affascinanti, ma più accessibili (almeno in teoria).
Il 20 Luglio 1976 il Viking Lander 1 discese dolcemente in un'area pianeggiante, ad Ovest della Pianura di Chrise (47,8° lat. Nord e 22,5° long. Ovest). Questo sito, dall'orbita, appariva come una zona simile ai "mari" della Luna: liscio, con qualche leggero rilievo sparso ed abbastanza povero di crateri (un'insidia enorme per qualsiasi navicella!). Il 7 di Agosto, poi, il Viking Lander 2 discese nella Pianura di Utopia (48° lat. Nord e 225,6° long. Ovest).
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ZE-I-Viking1-vl1_12a240.jpgFrom the "Viking Archive" - Viking 1: Sunrise130 visiteCiascuno dei Viking Landers era equipaggiato con una corposa serie di "science packages" la quale includeva un kit per l'effettuazione di rilevamenti meteo, un sismometro, un kit per analisi chimiche del suolo e dell'aria, due macchine fotografiche ed un kit per l'effettuazione di (non meglio precisati) esperimenti biologici. La prima immagine del suolo di Marte venne ripresa e trasmessa a Terra immediatamente dopo il landing (caso mai accadesse qualcosa come era accaduta ai Russi...). L'immagine in questione mostrava un suolo sabbioso e polveroso, ricoperto di rocce di varie dimensioni, ma complessivamente piuttosto piccole (sino a circa 10 cm di diametro). Le 2 macchine fotografiche erano state installate su versanti opposti della Sonda, in maniera tale da ottenere sia una visione a 360° del panorama circostante, sia per scattare delle immagini stereo da usarsi per calcolare (approssimativamente) le distanze fra il Lander ed i rilievi individuati in ciascun frame.
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ZE-I-Viking1-vl1_12b069-1.jpgFrom the "Viking Archive" - Viking 1: horizon and spacecraft154 visiteSe non lo si fosse saputo in anticipo, i dintorni del Viking 1 Lander si sarebbero potuti agevolmente confondere con quelli tipici di un deserto roccioso terrestre. La maggior parte delle immagini ottenute dal Viking Lander 1, infatti, mostravano un paesaggio di colore giallo/bruno, con alcuni tratti di marrone e di arancione, completamente ricoperto da pietre e piccoli comuli di sabbia. Le rocce riprese mostravano una superficie ruvida, con chiari segni di erosione causata (molto probabilmente) da un costante e relativamente violento bombardamento di granuli di sabbia spinti da venti molto forti. Molte rocce evidenziavano, ai loro lati, la presenza di rilievi che oggi chiamiamo "wind-drift" (e che sono l'equivalente, su scala più piccola, dei "wind-streaks").
Le immagini ci mostrarono anche - nei mesi invernali - un sottile strato di brina (d'acqua e NON ghiaccio secco!) che si era formato sul suolo e che resistette per oltre 100 Soles.
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ZE-I-Viking1-vl1_12b069-2.jpgLight and long Ice-Cloud over Chrise Planitia (Natural Colors; credits: Dr M. Faccin - Lunexit Team)56 visitenessun commentoMareKromium
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ZE-I-Viking1-vl1_12b069-3.jpgLight and long Ice-Cloud over Chrise Planitia (Natural Colors; credits: Dr M. Faccin - Lunexit Team)55 visitenessun commentoMareKromium
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ZE-I-Viking1-vlpan22.jpgFrom the "Viking Archive" - Viking 1: surroundings159 visitenessun commento
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ZE-I-Viking1Sky.jpgFrom the "Viking Archive" - Viking 1: late afternoon119 visiteThis is a Viking One late afternoon view on a fairly clear day. The bright sky near the Sun is apparently a lighter bluish color due to 'forward scattering'. The blue seen here is probably more camera induced than real. On Mars the 'Raleigh Scattering' which colors our sky blue is greatly diminished by the low atmospheric pressure. Although no obvious clouds were reported, The horizontal texture in the sky to the left of the overexposed region might just be some weak cloud detail.
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ZE-I-Viking2-21a082~0.jpgFrom the "Viking Archive" - Viking 2: surroundings211 visiteIl luogo di discesa del Viking Lander 2 ci mostrò un panorama anch'esso simile ad un deserto roccioso terrestre, sebbene leggermente più ricco di rocce del panorama mostratoci dal Viking 1 e meno "ondeggiante" (insomma, più liscio e senza rilievi di sorta). Le immagini ci mostrano poca sabbia e meno polvere attorno al Lander, ma la sorpresa (se così si può dire) fu costituita dalla presenza di piccoli crepacci (canali?) larghi sino ad 1 metro e profondi 8/10 cm, presenti un pò ovunque.
La configurazione particolarmente liscia del suolo attorno al Lander fece pensare che le rocce fossero poggiate su uno strato di sedimento duro e piatto. E che dire del cielo?!?
La maggior parte delle immagini Viking mostrava un cielo vagamente rosato, forse a causa delle polveri rossastre in (perenne?) sospensione, ma non mancarono casi in cui il cielo Marziano apparve di un tenue celeste.
Colpa di errori nella elaborazione dei dati?
Forse, ma la sapete una cosa davvero strana e su cui pochissimi Ricercatori...
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