Investigations, Facts, Opinions and Theories
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Image048-Ukert-4.jpgUkert: the "pseudo-triangular" Lunar Crater211 visite"...In questa tavola (che abbiamo dovuto frammentare in quattro sub-tavole - nota Lunar Explorer) ho indicato con dei riquadri rossi l'area più censurata/taroccata nelle varie foto 'ufficiali', mentre la linea verde serve a relazionare la foto planimetrica con quella obliqua...".
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Image049-Ukert-4.jpgUkert: the "pseudo-triangular" Lunar Crater208 visitevedi il commento al frame precedente
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Image050-Ukert-4.jpgUkert: the "pseudo-triangular" Lunar Crater780 visitenessun commento
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Image051-Ukert-4.jpgUkert: the "pseudo-triangular" Lunar Crater313 visitenessun commento
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Image052-Ukert-5.jpgUkert: the "pseudo-triangular" Lunar Crater226 visite"...La censura che appare nel punto identificato come 'A' e le strane lastre che appaiono in 'B' (si tratta del frame precedente) sono elementi i quali vengono confermati da questa immagine Apollo 17, in cui la solita ombra - che vogliamo definire "provvidenziale" e che, come si vede benissimo, è stata estesa ad hoc ma in modo alquanto approssimativo... - corrisponde ai "puntini censori" di cui si è parlato e che si sono visti benissimo in uno dei frames precedenti.
Vogliamo fare dell'ironia? Sarò malizioso, ma il Lunar Orbiter risale agli anni '60 e, proprio in quel periodo, i "puntini censori" erano molto usati negli USA - e non solo - per coprire le "zone critiche" e perciò più "interessanti"... delle spogliarelliste!
E poi, in fondo, le stranezze (anche) nei dintorni di Ukert non mancano davvero...il LO 3, infatti, aveva già individuato nell'area di Ukert un evidente intreccio a maglia quadrangolare (o intreccio 'sinaptico') ben visibile al centro dell'ingrandimento di cui al frame che segue...".
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Image053-Ukert-6.jpgUkert: the "pseudo-triangular" Lunar Crater210 visite"...la NASA ha tentato molto debolmente di attribuire le perforazioni sulle lastre a non ben precisate piogge di meteore ma poi qualcuno ha pensato bene di non scivolare nel ridicolo e tutto è caduto nel dimenticatoio, laddove è rimasto da circa 40 anni...
Ma, se la tesi avanzata dai Thunderbolts - e basata sugli effetti delle correnti 'Birkeland' al suolo - fosse corretta al 100% e queste formazioni avessero un'origine elettromagnetica del tutto naturale, perchè allora affannarsi a truccare le foto? Certo non perchè c'è chi ha paura che, prima o poi, verremo tutti "cotti a microonde"...
Ma no, è impossibile: in fondo, sulla Terra, un'evenienza del genere dovrebbe essere preceduta e preannunciata da perforazioni dello strato di ozono ai poli e da anormali recrudescenze degli uragani tropicali.
Tutti eventi assurdi..."
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Image053-Ukert-7.jpgWhat's inside (or "what WAS") inside Ukert?113 visiteUn'immagine tanto affascinante quanto ambigua. La mia opinione è che potrebbe anche trattarsi di un falso. La NASA non ha mai commentato. Io non ho gli elementi per farlo. Se la si prende per genuina, allora è inevitabile concludere che "dentro" Ukert, tra ore 03/04:00 ed ore 05:00, vi era un'elevata concentrazione di oggetti anomali ad Albedo altissima. Se la si prende per falsa...allora cambia tutto. La Verità, quale che sia/fosse, è rimasta un segreto. Coperto dal silenzio.MareKromium
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Image055-Mercury.jpgThe secret of Hun-Kal167 visiteNel 1976, un tal Bruce C. Murray pubblicò su una rivista scientifica un articolo su Mercurio (prefazione di Carl Sagan), a cui era allegata l'immagine che Vi proponiamo.
All'immagine si accompagnava questo commento:"La superficie ricca di crateri di Mercurio è stata ripresa per la prima volta verso la fine del mese di Marzo 1974 dalle macchine fotografiche situate a bordo di Mariner 10. L'immagine (HR) mostra una tipica regione fortemente craterizzata, molto simile alla superficie della Luna, in prossimità dell'equatore del Pianeta. Le immagini inviate da Mariner 10 hanno reso possibile correlare un sistema di riferimento precedentemente basato sulle longitudini ad una specifica caratteristica topografica per eseguire una mappa dettagliata. Nel 1970 l'UAI ha definito l'origine delle longitudini planetografiche come il meridiano passante per il punto subsolare nel primo perielio del 1950. Si è ora concordato che il meridiano dei 20° passa per il centro di un piccolo cratere caratteristico che si trova immediatamente a fianco del grande cratere situato quasi al centro di quest'immagine. Il piccolo cratere, il cui diametro è di 1,5 chilometri e che si trova a 0,58 gradi a sud dell'equatore, è ai piedi del fianco esterno del grande cratere in una posizione equivalente alle ore otto su un quadrante d'orologio. È stato chiamato Hun Kal, che significa 20 nel linguaggio dei Maya, i quali usavano un sistema numerico a base 20. La fotografia è riprodotta con il nord a destra per poter includere quanto più possibile dell'inquadratura ripresa da Mariner 10".
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Image056-Mercury.jpgThe secret of Hun-Kal225 visiteRELAZIONE TECNICA
1) L'immagine ci prova che di Mercurio esistono foto molto più dettagliate di quanto abitualmente diffuso su Internet e altri media;
2) Il posizionamento del cratere principale nella foto è "casualmente" coincidente con la posizione in cui si concentra abitualmente l'attenzione dell'occhio umano (cioè nell'area compresa tra il centro e i 2/3 dell'immagine), in modo che eventuali commenti dei profani si indirizzino verso l'imponente struttura verticale laminare che emerge dall'ombra e di cui è impossibile decifrare l'esatta natura.
3) Negli anni '70 gli scienziati ancora pensavano e speravano che il cover-up fosse temporaneo, per cui ai margini delle foto lasciavano sempre qualche indizio. In questo caso basta guardare all'estremità superiore dell'immagine, di cui possiamo vedere un dettaglio: Le strutture reticolari sinaptiche sono veramente splendide e l'origine biogenica è inequivocabile anche per l'osservatore più disattento.
CONCLUSIONI
L'immagine è autentica, in quanto le strutture sinaptiche radiali sono perfettamente identiche a quelle già riscontrate in altre circostanze nei vari corpi del sistema solare. Da altre foto di Mercurio si evince poi una presenza molto importante di reti sinaptiche su tutto il pianeta, a mio parere in parte dovuta alle forti escursioni termiche.
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Image057.jpgA "New Door" on Tethys...202 visiteSiamo su Tethys, questa volta, e su questa intrigante Luna Saturniana ho individuato uno dei "soliti" GDU, e cioè un intreccio sinaptico a simmetria radiale simile al cerchione di una ruota a 5 raggi, proprio nel momento in cui ne esce uno degli altrettanto consueti sferoidi metallici.
Ne avevo già visti nascere tanti, ma mai così chiaramente.
Purtroppo la foto è stata volutamente pubblicata sfuocata, ma qualcosa si vede ancora...
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Image058.gifA "New Door" on Tethys...355 visite...Ho isolato il particolare indicando con una freccia il GDU (Gravity Disk Unit). Il nome viene dal fatto che la sfera "nascente" dal GDU di solito si sposta ad una certa altezza dalla superficie, accompagnata da una specie di vortice pseudoconico semitrasparente, simile ad un fenomeno atmosferico di tipo ciclonico. Nell'animazione (ripresa da due distinte immagini Cassini) si vede abbastanza bene, a patto di guardare con attenzione per un paio di minuti.
Noterete come la sfera, inizialmente un po' più in alto della punta della freccia sulla destra, sembri spostarsi poi verso sinistra fino a toccare il piccolo cratere sopra la punta della freccia. Nella 3D si vede come il vortice si sia spostato con la sfera, in quanto noterai come l'immagine RED sia distanziata di molto da quella BLUE, indice certo di movimento relativo.
Vista la risoluzione della foto (il mio cellulare fotografa meglio) non posso certo pretendere di trarne conclusioni scientifiche precise, ma il fenomeno non mi è affatto nuovo, anzi a dire la verità l'ho riscontrato decine di volte anche nelle foto di Marte (e non solo).
Che i GDU siano delle specie di "porte" mi pare ormai abbastanza chiaro. Resta l'incertezza su cosa ci sia dall'altra parte...
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L-Original_Lunar_Orbiter_Frames-LO1-1098-04_med~0.jpgIs NASA always honest, clean and clear?240 visiteImmagine "vecchissima", ma SEMPRE attuale: un esempio colossale di "taroccamento" Made in NASA. Perché?MareKromium
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