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Local Observer... - Sol 442 (CTX Frame - additional process. by Ivana Tognoloni - Lunexit Team)
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Si dice che le "coincidenze" non esistano e che comunque, qualora esistessero, si tratterebbe di vere e proprie "Anomalìe".
Bene. Se questa premessa è vera, allora - ed una volta di più - dobbiamo confermare che la Superficie di Marte è RICCHISSIMA di Anomalìe.
Anomalìe che sono - per di più - fra loro AFFINI ed ormai quasi costantemente RICORRENTI.
Quante volte infatti - e diciamo a cominciare dall'ormai famoso (si fa per dire...) "Topo Marziano" - abbiamo avuto occasione di scovare dei frames nei quali è stato possibile identificare delle "forme" che, dall'interno di rocce apparentemente cave e/o dal di sotto di pietre semi-sollevate (si tratta, globalmente parlando, delle cosiddette "Pseudo-Rocce Marziane" o "Gusci"), sembrano fuoriuscire dal sottosuolo (più correttamente: dalla sub-superficie) ed "affacciarsi", curiose, verso l'esterno?
Si tratta sempre e soltanto di "sviste", di "interpretazioni ingannevoli della realtà ", di "pareidolia" oppure - ed infine (non sempre, ma forse in qualche caso si) - di "Entità Locali" (scusateci, ma non troviamo parola migliore per esprimere il concetto) che, in qualche modo e per qualche motivo, mostrano "interesse" verso il robot semovente che, lentamente e goffamente, passa loro accanto (o sopra!) e poi, con il suo ronzìo ed il suo movimento, le "disturba"?
Chi (NASA a parte) può essere ASSOLUTAMENTE CERTO che non vi sia nulla di "vivo" su Marte, ancora oggi?
Un particolare ringraziamento per questa nuova (e sempre affascinante) possibile Scoperta, alla nostra Amica e Senior Partner, Ivana Tognoloni.
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Con lui si schierò il grande Alcuino, precettore di Carlo Magno.
È noto soprattutto per i Commentari dell'Apocalisse scritti nel 776, poi rivisti nel 784 e di nuovo nel 786; sono composti in un latino zoppicante e attingendo abbondantemente all'opera di Agostino, Ticonio, Fulgenzio, Girolamo e di altri scrittori e teologi dell'antichità tardiva.
Nei secoli successivi (dal IX al XIII), i Commentari furono miniati nei monasteri di Navarra, di Castiglia e del León e, per la loro forza visionaria, divennero un best seller dei cosiddetti "secoli bui", copiati e ricopiati decine di volte.
In essi, l'arte mozarabica, nata dall'incontro nella penisola iberica della tradizione cristiana e di quella musulmana, trova la sua massima espressione. Sono sopravvissuti 24 codici miniati del commentario e sono essi stessi chiamati "beatus".
Dal nome di Beato, inoltre, prende il nome un particolare tipo di mappa medievale, detta "Mappa Beatina", dal momento che su tutte le copie dei Commentari si trova una rappresentazione del mondo di questo tipo.
Sei un Mito Walt! Mi costringi a studiare (ancora)!!!!! E comunque é verissimo: alcune Anomalie è troppo semplicistico chiuderle con "Ombre", "Giochi di Luce", "Pareidolia" e "Sviste"..... - Abbraccione!!!! paolo