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Where's the Truth? (1)
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Figli di Plinio e Figli di Matrix
di Lunar Explorer Italia e Paolo C. Fienga
"...La Verità, poichè Porzione Incontraddicibile dell’Unità Incontraddetta, non è raggiungibile dall’Uomo in quanto tale…”
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Quante cose si possono dedurre dall’analisi di un frame? Diremmo tante, o addirittura tantissime.
O forse poche, probabilmente pochissime.
Magari nessuna.
Molti Ricercatori che lavorano nel Campo delle Scienze Planetarie (e nel più controverso, ma non meno affascinante, Settore della Ricerca delle Anomalìe) sostengono che i processi investigativi ottimali (e, di regola, meno controversi e controvertibili) sono quelli che vengono svolti “sul campo” e cioè “in loco”, “analizzando” i luoghi e prelevando dei campioni.
Raccogliendo rocce, liquidi (quando ce ne sono), sedimenti, sabbie, cristalli e quant’altro.
Comunque andando sul posto, toccando con mano – magari indossando una tuta pressurizzata, qualche volta... – e vedendo “in tempo reale”, con i propri occhi.
L’esplorazione e l’acquisizione di conoscenza eseguite mediante rilievi e valutazioni IMMEDIATE e DIRETTE è sempre l’analisi migliore, dicono costoro.
Ma questo non vuol dire che tutte o quasi le più moderne e sofisticatissime analisi effettuate in modalità “remota” (o “a distanza”, se Vi piace di più) e mediante l’ausilio di strumenti e tecnologie assolutamente all’avanguardia non sono attendibili, anzi...
Altri Ricercatori, infatti (inclusa la quasi totalità degli Scienziati che vanno per la maggiore), Vi diranno che è vero esattamente il contrario e cioè che la migliore analisi svolta “sul campo” (manualmente e fisicamente, magari anche “sporcandosi le mani”) è di gran lunga più insicura, certamente più lenta e senza alcun dubbio molto meno affidabile della peggior analisi svolta in modalità remota e con l’ausilio delle migliori strumentazioni disponibili al momento.
E questa è già una situazione di contrapposizione ideologica che ci fa pensare.
Ora, ci permettete di fare una breve (e senza pretesa alcuna) passeggiata nel Regno della Medicina?
Allora: una volta – diciamo qualche anno fa – la presenza, ad esempio, di un’ernia jatale, o di un’ostruzione intestinale, o di un qualsiasi altro problema relativo all’apparato digerente, veniva diagnosticata (nella stragrande maggioranza dei casi) dal Medico durante la visita (ergo “in tempo reale”, come diciamo noi), mediante la semplice “palpazione” delle aree interessate, l’analisi dei sintomi, lo studio dell’anamnesi ed il colloquio con il Paziente.
Il tempo necessario per giungere alla diagnosi? Se il caso era davvero complesso, diciamo tra i 10 ed i 15 minuti.
E la percentuale media di errore sulla diagnosi? In realtà non la conosciamo con esattezza, ma possiamo dirVi che era bassa.
Bassissima.
E veniamo ad oggi.
Oggi, anche negli Ospedali in cui lavorano gli specialisti più qualificati, nessuno azzarda più una diagnosi per alcuna delle patologie sopra menzionate senza aver prima steso il Paziente sul lettino ed avergli praticato un esame spiacevolissimo ed invasivo che si chiama “gastroscopia”.
Certo: così c’è maggior sicurezza (ed anche maggior guadagno...).
In teoria.
In pratica, almeno per quanto ne sappiamo, la percentuale media di errore sulla diagnosi (fonte non menzionabile, ma si tratta di Operatori di due Ospedali Lombardi decisamente all’avanguardia) è rimasta stabile rispetto anche al passato più lontano (e risaliamo sino ad una ventina d’anni fa, o anche qualcosa in più).
Ma questa storiella che cosa vuol dire?
Che cosa c’entra l’ernia jatale con le Scienze Planetarie e la Ricerca delle Anomalìe?
C’entra. Ed ora vediamo perché.
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Diagnosticavamo (i Dottori VERI intendo), anni ed anni fa (oltre un secolo e mezzo) una marea di malattie solo a guardare i sintomi ed attraverso la "palpazione" ed il colore della pelle (grigiastra, giallastra, chiazzata di rosso, ecc.). Oggi non ci si muove più se non si ha un riscontro tecnologico.
L'ernia jatale (al pari di quella diaframmatica), la dissenteria, la salmonella ed altre "robe" erano diagnosticate con palpazione, esame del ritmo di respiro, tempertatura corporea, alito, dolori ed esame (più che altro visuale) di altre "cose"... ;-)
Ora pensa all'Astronomia (e non solo). Pensa ai Satelliti di Giove: scoperti (da Galileo, circa nel 1610) usando un cannocchiale oggi considerato da dilettanti (scarsi).
Il moto di Titano, individuato da Huygens nel 1655 (con osservazioni pure "dilettantistiche"; e poi altri Satelliti Maggiori di Saturno - 1671-84, e poi 1789 - da Cassini ed Herschel, più un altro intorno al 1848, del quale non mi ricordo il nome).
Avevamo nulla o quasi nulla, eppure "capivamo" tantissimo. Alcuni, almeno, che poi "trasferivano" all'Umanità la Loro Scienza.
Oggi? Non capiamo più un caxxo, se non abbiamo la "conferma tecnologica".
E sai perché? Perché chi "scopre" ha il terrore di sputtanarsi.
Ernia jatale, laringite, faringite, tonsilliite, febbre gialla, malaria, meningite, influenza, peste bubbonica, colera, salmonella, Covid e tante altre (gravi o meno) malattie. Oggi, ci vuole l'"Imprimatur" tecnico, altrimenti nessuno dice e nessuno si sbilancia.
NESSUNO!
Io mi son fatto tutte le malattie esantematiche, dal morbillo alla VI Malattia. TUTTE! Senza vaccini di sorta. E ciò senza contare la Malaria, la Meningite, la Mononucleosi (ed altre...)... E sono, Grazie a Dio, ancora vivo!
Perché?
Fato? Immunità naturale o fisico resistente? Chi lo sa... La Tecnologia doveva darci tutto, o quasi. Ma la realtà é che ha solo "esaltato" la nostra vigliaccheria. Ed incapacità. E pigrizia intellettuale e professionale.
Se Schiaparelli avesse visto Marte come noi lo vediamo oggi...
O Galileo le Lune di Giove, od il Grande Tombaugh Plutone...
Capisci dove voglio arrivare?!? La "Tecnologia" ci ha ammazzato lo Spirito!
E allora io Ti dico: lasciamo i "ragazzini" a giocare con play-station e cellulari dai 500 Euro in su. Chissà che cosa riusciranno mai a fare...Chissà che cosa impareranno...
Mia opinione?
Lasciamo perdere... Abbraccio Forte - paolo
Che pena.
E difatti per paura si sputtanarsi, tutti giocano facendo melina e la partita rimane statica. Nesusno azzarda. Nessuno avanza cercando di azzardare un passo rischiando.